La stampa di Pechino, rende noto la decisione adottata dalla Cina, quella di vietare nel giro massimo di cinque anni la donazione degli organi da condannati a morte. Fino ad ora, con il loro consenso, i condannati a morte rappresentano la prima fonte di donazione di organi in Cina dove, al momento, manca una vera e propria legge a riguardo. Secondo stime del ministero della salute di Pechino, ogni anno sono circa 1,5 milioni di cinesi ad aspettare un trapianto di organi ma vengono effettuati solo 10.000 trapianti. L’assenza di una legislazione a riguardo favorisce anche, non di poco, il commercio illegale di organi. Per questo motivo c’è la volontà governativa di creare un sistema nazionale che regolamenti la donazione di organi, incoraggiando la donazione dai cittadini non condannati a morte. Un sistema è stato già realizzato e sarà messo in prova in 16 provincie. La mossa di vietare la donazione di organi dai condannati a morte, secondo la stampa cinese, deriva anche dall’impegno di ridurre le pene capitali. Ma la decisione prende anche in considerazione che la percentuale di malattie, infezioni e funghi negli organi dei condannati a morte, a causa delle non perfette condizioni igieniche delle prigioni cinesi, è alta. Già nel 2007 il gabinetto cinese aveva emesso un regolamento in materia vietando la vendita di organi. Nel febbraio dell’anno scorso la vendita è diventata reato criminale, paragonata all’omicidio.
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