Come appurato lo scorso anno da una ricerca di mercato voluta dall’Anec, associazione nazionale esercenti cinema, si era evidenziato che il cinema italiano stava vivendo un periodo di profondissima crisi economica. Pirateria, sale disperse nelle periferie, concorrenza del digitale, film poco pubblicizzati erano le cause di un dramma che lo scorso anno ha visto circa 23 milioni di italiani disertare i nostri cinema ormai semi-deserti. Negli ultimi dieci anni hanno chiuso 712 sale, mentre resistono i multisala che incentrano la loro attività non sul film ma sulla loro capacità imprenditoriale, trasformando il tutto in centri di aggregazione. La sala cinematografica non ha più al centro il film ma lo spettatore visto in un’ottica di consumatore di bevande e snack da consumare durante la proiezione. Oggi scopriamo invece che l’Italia è l’unico grande mercato cinematografico dell’Unione Europea a veder aumentare il numero di biglietti venduti nel 2013 e uno dei pochi in cui cresce la quota di mercato dei i film nazionali. Questo è quanto emerge dalle prime stime per il 2013 sulla frequentazione delle sale cinematografiche pubblicate oggi dall’Osservatorio europeo dell’audiovisivo del Consiglio d’Europa. Dai dati risulta che in Italia i biglietti venduti nel 2013 sono aumentati del 6,6% rispetto all’anno precedente, passando da circa 100 milioni di biglietti venduti nel 2012 ai 106,7 milioni del 2013. Un risultato molto positivo se si considera che in tutti gli altri grandi mercati cinematografici della Ue, quello spagnolo, francese, britannico e tedesco si sono registrati cali tra il 16% e il 4%, anche se negli ultimi 3 il numero di biglietti venduti resta molto più alto che nel nostro Paese. Ma in Italia è aumentata, anche la quota di mercato dei film nazionali, passata dal 26,5% del 2012 al 31% nel 2013. Solo la Francia riesce a fare meglio, anche se qui, probabilmente a causa del calo dei biglietti venduti, la quota di mercato dei film nazionali è calata dal 40% nel 2012 al 33% nel 2013.
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