Circonvenzione di incapace a danno di anziani, coppia arrestata

I finanzieri della Compagnia di Bra, in esecuzione di ordinanza di applicazione della misura cautelare personale di custodia in carcere, emessa dal Tribunale di Asti – Ufficio del Giudice per le indagini preliminari, ha tratto in arresto in Bra (Cuneo), frazione Bandito, gli ex coniugi Giuseppina Delsoglio Iussi e Giuseppe Giardina, indagati per Concorso in circonvenzione di incapace aggravata per aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante entità e continuata. Presunte vittime del reato diverse persone anziane sole e facoltose, risultate non più in grado di provvedere a se stesse o comunque di amministrare i propri beni. I due, in particolare, avrebbero indotto due anziane vittime, di cui dicevano di essere nipoti, a rilasciare Procura Generale “ad amministrare e gestire gli affari tutti” e deleghe ad operare sui propri conti correnti, impadronendosi della somma di 237 mila euro circa, prelevata dai conti correnti bancari e di 827 mila euro, facendosi intestare, anche con una donazione o non pagandone i corrispettivi, parte degli immobili e facendo vendere a terzi i rimanenti, per poi prelevarne gli introiti dai conti correnti delle vittime, in aggiunta ai prelievi di liquidi, sottraendo, così, agli stessi l’importo complessivo di circa 1.064.800 euro.

Nel corso delle indagini, inoltre, emergeva che la Delsoglio Iussi aveva avvicinato un’altra persona anziana, sola e discretamente facoltosa, abitante in Milano, presso la quale aveva trasferito la propria residenza, per poi indurre, in breve tempo, l’anziano, sottoposto pure a perizia e risultato incapace di provvedere a sé stesso, a concederle una procura generale per amministrare i propri beni ed a trasferirsi a Bra unitamente a lei; a venderle la propria casa di Milano, per l’importo di 90 mila euro e la clausola che prevedeva di procrastinarne il pagamento sino al 31 dicembre 2017; a liquidare le proprie polizze assicurative per trasferirne gli importi complessivi di 100 mila euro circa su un nuovo conto corrente acceso presso una filale bancaria in Bra, sul quale la stessa donna, che, anche in questo caso, asseriva di esserne nipote, è stata delegata ad operare e sul quale venivano pure fatti confluire gli altri risparmi dell’anziano, per complessivi 200 mila euro, inclusi gli importi delle polizze vita liquidate, estinguendo i precedenti conti intrattenuti in Milano. Ulteriori accertamenti, permettevano di appurare che, in precedenza, la predetta aveva indotto anche un altro anziano e facoltoso signore celibe e senza figli ad adottarla, rassicurandolo circa le ininfluenti conseguenze giuridiche e patrimoniali di tale atto, a discapito dei fratelli e nipoti dello stesso, che nulla sapevano di tale adozione, ed inducendolo a corrisponderle mensilmente, con bonifico bancario, la somma di 500 euro. Inoltre è pure emerso che la stessa donna, aveva pubblicato, come erede universale, il testamento di una persona deceduta, perché affetta dalla sindrome di Creutzfeldt-Jakob (cosiddetta “mucca pazza”); che però è stato impugnato dai nipoti, i quali hanno reperito dietro ad un mobile, in casa del defunto, un successivo testamento olografo a loro favore, redatto dal congiunto e forse nascosto dallo stesso, in un momento di lucidità concessogli dalla grave malattia e, quindi, rinvenuto dai parenti, dopo la sua morte, nonostante che la casa fosse stata, nel frattempo, messa a soqquadro da ignoti, senza apparentemente asportarvi alcunché. Considerati i diversi episodi emersi dalle indagini, sono in corso ulteriori accertamenti per appurare eventuali ulteriori condotte similari, finalizzate a carpire la fiducia ed i patrimoni di persone in difficoltà.

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