‘Nessuna intenzione di favorire l’immigrazione illegale, ma la società cambia e il centrodestra non può essere oscurantista’, con queste parole Antonio Tajani ha lanciato la proposta di legge sullo Ius Italiae.“Diventi italiano perché ti sei formato da italiano”, l’indicazione del segretario di Forza Italia: “Noi diciamo che per essere italiani bisogna conoscere l’italiano, la storia italiana, la geografia, la costituzione e l’educazione civica. Ecco perché diciamo nelle nostra proposta dello Ius Italiae che dopo dieci anni di scuola dell’obbligo condotta con profitto, puoi diventare cittadino italiano”.
La proposta di Forza Italia riguarda anche lo Ius sanguinis: come evidenziato da Tajani, l’obiettivo è ridurre l’albero genealogico. “È valido il principio dello ius sanguinis fino al bisnonno e basta, la cittadinanza italiana non può essere un business, basta truffe”, la sottolineatura di Tajani. Il ministro degli Esteri ha tenuto a precisare che sul tavolo non ci sono regole permissive: “Non servono in nessun modo a favorire l’immigrazione illegale nel nostro paese ma sono regole che puntano su serietà e diritti”.
Tajani è stato chiaro: ‘le norme attuali consentono di chiedere la cittadinanza anche a chi è stato qui ma non conosce nemmeno l’italiano e sta tutto il tempo ai giardinetti della stazione magari a vendere cannabis’, ricordando i 900mila ragazzi che frequentano le scuole italiane e per cui lo Stato paga le scuole.
‘La proposta è stata già inviata agli alleati, ai capigruppo di Lega, FdI e Noi moderati perché la possano valutare. La società cambia e il centrodestra non può essere oscurantista. Non voteremo sì al referendum sullo ius scholae, non voteremo nessun emendamento presentato solo per creare un problema alla maggioranza. La cittadinanza è una cosa seria e presenteremo il testo sullo Ius Italiae e non accettiamo provocazioni e alle opposizioni, diciamo che la cittadinanza è una cosa seria, non un giochetto parlamentare per creare problemi alla maggioranza o fare un titolo di giornale’.
La proposta targata Tajani irrompe sulla scena politica alimentando una bagarre nel centrodestra, con i militanti della Lega che a Pontida attaccano il ministro con striscioni e cori dove viene definito “scafista”, non condividendo la sua proposta. Matteo Salvini interviene direttamente dal pratone scusandosi per l’accaduto ma non cambia la linea e attacca i contestatori di Pontida: “sono 4-5 scemi”, dice dal palco e “chiede scusa a nome loro”. “Tajani – aggiunge – è un amico e alleato: gli avversari non sono in maggioranza, ma fuori” e chi non l’ha capito, fuori dalle balle. Ma, puntualizza il leader della Lega, “la cittadinanza va bene così com’è” e “non penso sia l’emergenza degli italiani” e il suo partito, semmai, “presenterà una proposta di legge per toglierla a chi commette reati in Italia”.
Più diplomatiche e improntate a cautela le reazioni di Fdi che ha riunito i parlamentari di Camera e Senato a Brucoli: “ogni gruppo è libero di presentare ovviamente le proprie proposte di legge: ci si confronterà, le si leggeranno e si vedranno se ci sono punti di convergenza o meno”, dice il presidente del partito a Montecitorio, Tommaso Foti. “Potremo esprimere le nostre opinioni quando potremo vedere il contenuto: leggeremo e valuteremo”, osserva il capogruppo a Palazzo Madama, Lucio Malan.
Si dicono favorevoli deputati e senatori del Pd: “non c’è più tempo da perdere, serve una nuova legge che renda la cittadinanza un diritto a tutti gli effetti, non una concessione dello Stato”. E i Dem annunciano: “chiederemo una discussione urgente su questo testo”.
La proposta di legge di Forza Italia introduce il nuovo concetto di Ius Italiae e prevede “che lo straniero nato in Italia o lo straniero che arrivi in Italia – si legge nel testo – entro il compimento del quinto anno di età, che risiede ininterrottamente per dieci anni in Italia e frequenta e supera le classi della scuola dell’obbligo, 5 anni elementari, 3 anni di medie, 2 di superiori, possa ottenere la cittadinanza italiana a 16 anni”.
“Finché è minorenne la richiesta deve essere fatta da un genitore. Se il genitore non esercita questa facoltà, il ragazzo potrà chiedere la cittadinanza al compimento del diciottesimo anno”.