Massimiliano Fedriga è il presidente di regione più apprezzato dagli italiani. Il presidente del Friuli-Venezia Giulia si piazza in testa battendo Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, ex presidente della Conferenza delle Regioni e vincitore dell’edizione precedente, e Luca Zaia, che per anni ha dominato la classifica e si era piazzato secondo nel 2023 ma che quest’anno raggiunge il terzo posto.
La classifica dei presidenti più apprezzati
Con il 68% di consensi, in aumento di quasi quattro punti rispetto alla sua rielezione dell’anno scorso, Fedriga supera Stefano Bonaccini, ex presidente della Conferenza delle Regioni e vincitore dell’edizione precedente. Bonaccini, recentemente eletto parlamentare europeo, si è dimesso da presidente di Regione venerdì scorso. Il terzetto Fedriga-Bonaccini-Zaia si trova periodicamente sul podio nella classifica del Governance Poll 2024, il rinomato sondaggio che valuta il consenso di presidenti di Regione e sindaci, organizzato da Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore, ma ancora una volta a piazzamenti invertiti. Lo scorso anno a prevalere era stato Bonaccini, battendo proprio Zaia e Fedriga.
Massimiliano Fedriga (Friuli-Venezia Giulia): 68%
Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna): 67%
Luca Zaia (Veneto): 66%
Vincenzo De Luca (Campania): 60%
Roberto Occhiuto (Calabria): 60%
Francesco Roberti (Molise): 57,5%
Donatella Tesei (Umbria): 57,5%
Renato Schifani (Sicilia): 57%
Attilio Fontana (Lombardia): 55%
Eugenio Giani (Toscana): 52%
Francesco Rocca (Lazio): 47,5%
Michele Emiliano (Puglia): 46%
Francesco Acquaroli (Marche): 43%
Al quarto posto si posiziona il campano Vincenzo De Luca, che, pur avendo migliorato le proprie performance rispetto all’anno scorso (+5,5%), rimane distaccato di sei punti dal terzo posto. Accanto a De Luca, anche Roberto Occhiuto, presidente della Calabria, migliora il suo risultato rispetto all’anno scorso, passando dal 59% al 60%. Buono anche il piazzamento di Francesco Roberti, che festeggia il suo primo anno da presidente del Molise.
In modo speculare rispetto alle prime posizioni, anche le posizioni più basse mostrano una certa stabilità, sebbene con cambiamenti rispetto agli anni passati. A chiudere la classifica quest’anno è il marchigiano Francesco Acquaroli, con un 43% di consenso, superato di tre punti dal pugliese Michele Emiliano, che si posiziona penultimo ma ha visto un incremento dei suoi consensi rispetto all’anno scorso. Subito sopra si trova Francesco Rocca, che ha perso il 6,5% di consensi in un anno.
La classifica di quest’anno, che non include gli eletti nel 2024 (Sardegna, Basilicata, Abruzzo e Piemonte) né il presidente della Liguria, Toti, attualmente sospeso a seguito dello scandalo che lo ha investito, lo dimostra nettamente: Fedriga è appunto con il 68%, ma Bonaccini è subito dietro a 67% e Zaia con il 66%, mostrando oscillazioni minime rispetto agli anni precedenti.
Amministratori territoriali promossi
Ma in generale gli amministratori locali sono quasi tutti promossi dalla nuova indagine del Governance Poll: dieci presidenti su tredici (il 76,9%) raggiungono la sufficienza, definita come il 50% di cittadini disposti a votarli in caso di elezioni. Di conseguenza, il consenso medio si attesta attorno al 56,2% per i presidenti di Regione, evidenziando una buona salute della politica locale anche dopo un anno difficile dal punto di vista finanziario e delle inchieste.
Tra i governatori che hanno fatto registrare il maggiore incremento di consenso rispetto al giorno delle elezioni, invece, ci sono sia Bonaccini (+15,6%) sia Schifani (+14,9%). “Osserviamo un calo di gradimento per un governatore su due, tutto sommato fisiologico – ha spiegato Antonio Noto – A quanto emerge dalla rilevazione, il ruolo dei presidenti di Regione è percepito più incisivo, sia in termini di governo del territorio che di capacità di portare le istanze locali all’attenzione del governo. È anche da considerare che proprio la legge sull’autonomia differenziata ha riacceso negli ultimi mesi il protagonismo dei presidenti di Regione, sia di quelli che si sono dichiarati a favore che contro”.