Le proiezioni sui cambiamenti climatici e l’innalzamenti delle temperature, presentate dai professori Wilfierd Endlicher e Massimiliano Fazzini, nell’ambito dell’evento Climaticamente, a Rovereto, in Trentino, con la presenza di 150 esperti di 26 nazioni dei cinque continenti. Ha portato alla deduzione che entro fine secolo, Berlino avrà un clima mediterraneo e il clima della Capitale sarà simile a quello di Algeri, Tunisi e Tripoli. Il cambiamento di questo fattore climatico, porterà un aumento delle piogge nei periodi estivi ed autunnali, meno precipitazioni in inverno. Le novità sono destinate a portare un cambiamento radicale anche nel mondo del vino: tra 70/100 anni, afferma Endlicher, si potrà coltivare la vite anche nella zona del Mar Baltico, in Germania, Danimarca e Polonia.
“Alcuni italiani hanno ripreso a coltivare la vite nella zona di Charleroi e Liegi, in Belgio dove già in passato si produceva vino a livello familiare – ha chiarito Michel Erpicum, dell’Università di Liegi – ma con alterni risultati anno per anno, tanto che tale attività venne sospesa.
Ora ci si riprova e con risultati decisamente migliori”. L’innalzamento della temperatura porta novità anche in Francia – ha spiegato Gerard Beltrando, dell’Università Diderot di Parigi – dove tradizioni consolidate sono messe in dubbio. Si registra un netto miglioramento qualitativo delle uve nello Champagne e un calo di qualità nella zona di Bordeaux e nella Borgogna, con riflessi economici sia sulla produzione sia sulle coltivazioni.
E se in Italia con l’innalzamento della temperatura il limite in quota dei boschi di conifere è salito da 1.800 a 2.100/2.200 metri di altitudine – come emerge dai dati Meteomont della Forestale – “in Canada le foreste di latifoglie si trovano 50Km più a nord rispetto a 20/30 anni fa – ha concluso Andrea Hufty, dell’Università Laval del Quebec – con un notevole impatto sull’ecosistema e sulla fauna”.