“Occorre una riforma fiscale radicale, il dialogo con i professionisti è fondamentale”
Parla l’ex ministro dell’Economia che ha partecipato al webinar con Luca Asvisio, Giovanni Battista Calì, Marcella Caradonna, Marco Cuchel, Enrico Terzani e Paolo Longoni
“Se vogliamo davvero aiutare imprese e famiglie a superare la delicatissima fase di crisi che stiamo attraversando bisogna prima di tutto capire bene cosa è accaduto. Una volta chiarite le cause dobbiamo essere pronti a trovare soluzioni condivise, che non saranno semplici”. Questo l’ammonimento del professor Giulio Tremonti (candidato a Milano con Fratelli d’Italia alle prossime elezioni del 25 settembre) ospite del Cnpr Forum speciale “Obiettivi e strategie per ridare fiducia a cittadini e imprese nell’autunno più difficile degli ultimi 50 anni” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli Esperti contabili”, presieduta da Luigi Pagliuca.
“Il passaggio dall’austerity al ‘whatever it takes’ era una tecnica giusta nel breve periodo. In forma emergenziale. E’ evidente che se si è continuato a stampare moneta per 10 anni, prima o poi l’inflazione sarebbe esplosa. Adesso dobbiamo immaginare una strategia – spiega Tremonti – tenendo presente che un’enorme quota del debito italiano si trova nelle banche, così come il risparmio delle famiglie. Una cosa simile fu fatta da Einaudi dopo la guerra. Non è tassando i patrimoni e i risparmi che si esce dall’impasse. Serve una politica autorevole che sappia parlare agli italiani convincendoli che investire nello Stato è nell’interesse di tutti. I professionisti possono svolgere un ruolo fondamentale in questo passaggio per organizzare in autonomia il futuro del Paese”.
Sulla riforma fiscale l’ex ministro dell’Economia non ha dubbi: “La parola d’ordine è: semplificare. In 17 mesi di governo Draghi sono stati totalizzati 2 km e 700 mt di sviluppo lineare di legislazione. Questo non è diritto, è rovescio. Anche qui i professionisti devono essere parte dirigente, auspicando che il prossimo governo dia vita a riunioni, incontri, discussioni, raccolta di materiali per una riforma che parta dalla base per arrivare al vertice per poi tornare giù. Io ci ho provato nel 2003 con una proposta di riforma che prevedeva 5 imposte irpef, ires, iva, accise e imposta su servizi. E’ ora di finirla con decine di bonus che si inseguono l’un l’altro. Anche per la detassazione la ricetta è semplice. Basta prevederla per chi assume e chi investe, come prevedeva la legge che porta il mio nome. Tutte le leggi successive sono francamente incomprensibili anche per chi le ha promosse”.
Al Forum, della Cassa nazionale di previdenza dei Ragionieri ed Esperti contabili, ha preso parte Marcella Caradonna, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Milano, che ha ribadito la necessità di interventi urgenti a sostegno di famiglie e imprese: “Dall’inizio della pandemia famiglie, imprese e professionisti sono andati incontro a grossi problemi finanziari. L’Italia è storicamente un Paese di risparmiatori, ma questo non è stato sufficiente a tamponare l’emergenza economica che tutti noi abbiamo vissuto, con le restrizioni dovuto al lockdown. Ad oggi sono in molti a ritrovarsi in una situazione di sovraindebitamento, che purtroppo ha colpito anche chi prima della pandemia poteva contare su una solida situazione finanziare. Dinanzi a questo scenario è necessario che la politica intraprenda delle decisioni sia emergenziali che strutturali in grado di dare immediata risposta alle necessità delle persone”.
A fargli eco Enrico Terzani (numero uno dell’Ordine dei Commercialisti di Firenze): “A Famiglie e imprese, nelle attuali oggettive difficoltà, tra breve, arriveranno milioni di cartelle esattoriali (che erano state sospese a causa della pandemia). Queste notifiche fiscali rischiano di pesare in maniera determinante nel bilancio di famiglie, imprese e professionisti. Per questa ragione credo che saranno necessari interventi specifici che agiscano sul magazzino dell’Agenzia delle Entrate Riscossione e consentano ai contribuenti di pagare gli importi dovuti senza rischiare di finire sul lastrico”.
Non solo gli interventi emergenziali sono segnalati dai professionisti ma anche, e soprattutto, il tema della riforma fiscale, così come sottolineato da Marco Cuchel (presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti): “La semplificazione deve essere il principio cardine per un nuovo fisco davvero efficace e duraturo. C’è l’assoluta necessita di avere certezze dal punto di vista tributario e, quindi, elaborare un progetto concreto e strutturale che possa essere mantenuto nel tempo, evitando di rincorrere interventi tampone che complicano e non semplificano la vita dei contribuenti. Per riuscire a elaborare un riordino simile è assolutamente necessario il coinvolgimento, assiduo e organico, dei commercialisti ai tavoli decisionali e di confronto”.
Luca Asvisio (Presidente dei dottori commercialisti e degli esperti Contabili di Torino), è intervenuto sulla proposta di Flat Tax incrementale: “Nell’ambito di una riforma fiscale globale, la nostra categoria è particolarmente sensibile a questa proposta. Ma alcune perplessità permangono rispetto ai lavoratori dipendenti, che hanno costanza di reddito, e ai lavoratori autonomi, che verrebbero introdotti nel nuovo regime ampliato con aliquota unica. Questi nodi vanno assolutamente sciolti e ritengo che il coinvolgimento dei commercialisti, che misurano ogni giorno il polso del Paese, sia essenziale per riuscire ad avere una riforma che risolva problemi e non ne crei di nuovi”.
Il coinvolgimento dei professionisti è un tema centrale anche per Giovanni Battista Calì (presidente dell’Odcec di Roma): “Ciò che è necessario rivedere sono i rapporti tra la nostra categoria e l’Amministrazione Finanziaria. I commercialisti trovano sempre più difficoltà ad interagire con gli uffici sia periferici che centrali, che concentrano i loro sforzi nel raggiungimento degli obiettivi di budget e non verso un proficuo e costante confronto con la nostra categoria. Potenziare l’Amministrazione Finanziaria, con un migliore efficientamento e una maggiore formazione, potrebbe ridurre di gran lunga queste difficoltà e dare il via ad un nuovo percorso di collaborazione”.
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere d’amministrazione Cnpr): “Una delle preoccupazioni maggiori per la nostra categoria riguarda senza ombra di dubbio il Pnrr. In tanti, negli ultimi giorni, parlano di riscriverlo o di rinegoziarlo, ma ciò non dovrà influire negativamente sull’erogazione dei fondi. In particolare chi chiediamo quali scelte verranno fatte nel settore dell’energia che oggi tiene col fiato sospeso tantissime aziende, imprenditori e famiglie”.