Quattro consegne di cocaina tra settembre e ottobre del 2019 presso la sua abitazione. Quantitativi imprecisati, con l’eccezione di un caso dove è stato appurato il controvalore della merce: 930 euro. È Tommaso Cerno, senatore del Pd, il politico citato, ma non indagato, nell’inchiesta sul traffico internazionale di stupefacenti che coinvolge anche la sorella di Ornella Muti, Claudia Rivelli, 71 anni.
Tommaso Cerno compare come presunto cliente della cosiddetta “famiglia romana“, nome d’arte del duo Danny Beccaria e Clarissa Capone. Proprio quest’ultima effettuava le consegne a domicilio presso l’abitazione del giornalista ed ex direttore dell’Espresso, che non figura però come acquirente diretto bensì con il tramite di un altro soggetto identificato, un ragazzo che all’epoca era il suo compagno.
“Sapevo tutto di questa vicenda rispetto alla quale sono completamente estraneo e ho collaborato subito con i carabinieri” ha spiegato lo stesso senatore del Pd, per chiarire il caso. “All’epoca ero fidanzato con un ragazzo che aveva dei problemi. Evidentemente quando non ero a casa ha ricevuto gli spacciatori presso la mia abitazione per farsi consegnare cocaina. Io non ne sapevo nulla, né ho mai avuto rapporti con nessuno di loro. Quando mi hanno avvisato, i carabinieri mi hanno anche detto di informarli se ci fossero stati problemi, ma nessuno mi ha mai avvicinato. Ho voluto bene a questa persona e sono molto dispiaciuto per lui anche se la nostra storia è finita da tempo”.
La sua versione trova conferma nella ricostruzione degli investigatori. A lui si è risaliti dall’indirizzo della consegna e dal telefono del ex fidanzato che ha materialmente effettuato le ordinazioni, dicendo che erano anche a nome suo. Mai i due pusher hanno svelato l’identità di Cerno negli interrogatori, mentre nelle intercettazioni dei carabinieri del Nas, coordinati dal pm Giulia Guccione e dall’aggiunto Giovanni Conzo, figurava genericamente come “il politico” o “il senatore”. Secondo quanto ricostruito fino ad ora dagli inquirenti, le consegne avvenivano a domicilio anche nel periodo di lockdown di inizio 2020.