Il testo sul revenge porn approvato dalla commissione Giustizia di Montecitorio e che ora va in Aula, prevede che chiunque invii, consegni, ceda, pubblichi o diffonda immagini o video di organi sessuali o a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5000 a 15000 euro. La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o il video li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento. La pena è aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da una persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici.
La pena viene poi aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza. Il delitto viene punito a querela della persona offesa. Il termine per la proposizione della querela e di sei mesi. La remissione della querela può essere soltanto processuale. “E’ una vittoria delle opposizioni”, esulta Laura Boldrini, mentre Federica Zanella di Fi puntualizza il testo riprende quello a sua firma “aggiungendo il reato di divulgazione e l’aumento di pena per le condotte realizzate ai danni di disabili.
Intanto la Lega non retrocede alla Camera rispetto alla castrazione chimica per chi compie violenze sessuali. Al termine del comitato dei nove della commissione Giustizia dedicato alla proposta di legge sul ‘codice rosso’, è stato spiegato che l’emendamento, in materia, della Lega al momento resta in quanto il tema non è stato ancora affrontato in commissione.