Il Quirinale considera fondamentale la nascita di un Governo e presto scenderà in campo. Aspetta la direzione del Pd per farsi ufficializzare quanto già si sa da interviste e dichiarazioni Dem e poi venerdì darà il via a un nuovo giro di sondaggi delle forze politiche. Probabilmente l’ultimo. Dopo di che, in assenza di novità, prenderà l’iniziativa di un Governo di tregua che possa almeno arrivare al 2019 salvando la Finanziaria. Ma la possibilità di un voto a ottobre resta in piedi e non è nei poteri del presidente evitarla se Lega e Cinque stelle fossero su quella data concordi.
Sergio Mattarella venerdì probabilmente farà sentire la sua voce, lanciando un appello a metter da parte almeno per un po’ veti e personalismi per il bene dell’Italia. Resta in sfiduciata attesa che queste ultime ore possano portare novità per un Governo di legislatura ma quanto vede porta solo a un suo estremo tentativo. La ratio di queste ultime consultazioni si inserisce nel percorso del presidente di non lasciare nulla d’intentato: cercherà quindi di capire – più probabilmente escludere – se ci sia la possibilità di affidare un pre-incarico a qualcuno che possa avere qualche chance.
Troppi sono i seggi che mancano alla coalizione di centrodestra per poter ragionare su un Governo di minoranza. Nulla infatti è mutato nelle considerazioni del presidente che giudica il voto a ottobre pericolosissimo, sia perchè replicherebbe le stesse difficoltà di maggioranza, sia perchè renderebbe impossibile l’approvazione della Legge di Bilancio 2019 e quindi aprirebbe la porta all’aumento dell’Iva.
Basta pensare che ci vogliono almeno 20 giorni per la convocazione delle nuove Camere, poi altro tempo per la formazione dei gruppi parlamentari, altro ancora per le Commissioni e solo dopo si potrebbe formare un esecutivo che riceva la fiducia del Parlamento. Saremmo arrivati a fine novembre. Ecco perchè Mattarella, ove tutto fallisse, proverà a formare un Governo di tregua, o del presidente, se si preferisce, spendendo la sua autorevolezza e quella dell’istituzione che rappresenta. Anche le idee che veicolano la possibilità di cambiare la legge elettorale in 15 giorni attraverso modifiche del premio di maggioranza vengono considerate irrealistiche e non costituzionali.
Il centrodestra è pronto a governare: ‘Noi aspettiamo le decisioni del Presidente Mattarella confidando nella sua saggezza, faremo tutti gli sforzi per capire se i 5 stelle cambieranno per la quarta volta idea, mentre noi non abbiamo mai cambiato posizione dopo il 4 marzo’.