Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo aver sentito i Presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati. Ne dà notizia un comunicato del Quirinale.
”Ho firmato il decreto di scioglimento delle Camere, conclusione prevista e gia’ segnata dai fatti”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al termine delle consultazioni.
“Ho auspicato che la campagna elettorale sia condotta con il massimo della misura”. Ha affermato il capo dello Stato.
“Ho preso nota di quelle preoccupazioni e le trasmetterò al presidente del Consiglio”. Così Napolitano ha risposto ai giornalisti che gli facevano osservare come i rappresentanti del Pdl avessero mostrato una certa preoccupazione sulla possibilità che il premier Mario Monti, una volta disceso in campo, possa garantire la propria neutralità e l’essere super partes. Il capo dello Stato non ha aggiunto altro ed ha salutato i cronisti.
“Ho visto che qualche giornale parla di un mio messaggio al Paese, ma prassi consolidata è che Il Presidente un messaggio lo rivolga a reti unificate la sera del 31 dicembre”, svolgendo considerazioni “su quello che è accaduto e che attende il Paese”.
”Il percorso è stato vividamente prefissato e non ho avuto alcuna ombra da chiarire”, ha detto Napolitano.
“Non esisteva alcuno spazio per sviluppi in sede parlamentare” della crisi. Ha assicurato il presidente della Repubblica ricordando che rimaneva “solo il tempo minimo indispensabile per approvare la legge di stabilità”.
Cdm. Il governo ha approvato il decreto che fissa la data delle elezioni politiche il 24-25 febbraio.
“Il Consiglio dei Ministri – si legge nella nota diffusa al termine della riunione – ha approvato, su proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro dell’interno, tre provvedimenti per le elezioni politiche del 2013. Il primo riguarda la convocazione dei comizi elettorali per la Camera e il Senato, convocati per i giorni di domenica 24 e lunedì 25 febbraio 2013. Il secondo riguarda l’assegnazione dei seggi alla Camera dei Deputati, compreso il seggio assegnato alla Regione Valle d’Aosta. Il terzo, infine, riguarda l’assegnazione dei seggi del Senato della Repubblica, comprese la Regione Valle d’Aosta, costituita in un unico collegio uninominale, i sette seggi della Regione Trentino Alto-Adige (di cui uno da attribuire con metodo del recupero proporzionale) e la circoscrizione Estero”.
MONTI IN CDM: RIFLETTO, NON HO DETTO NE’ SI’, NE’ NO – “Sto riflettendo: non ho detto né un ‘si” né un ‘no'”. Lo ha detto il premier Mario Monti parlando con i ministri a palazzo Chigi, secondo quanto riferito da diverse fonti di governo.
Le frasi del premier, riferite a proposito del suo futuro impegno politico, sono state confermate da diverse fonti, anche se non è chiaro se siano state pronunciate durante la riunione del Cdm o a margine. Il professore non avrebbe aggiunto molto altro. In particolare non avrebbe chiarito quando intenda spiegare cosa intenda fare nel futuro. “Di certo domani intende parlare di contenuti, di cose da fare, dell’agenda”, si limitano a dire dal suo staff.
LE CONSULTAZIONI – Mario Monti resti neutrale in questa campagna elettorale. E’ quanto ha chiesto il Pdl al capo dello Stato nel corso di consultazioni lampo avviate da Giorgio Napolitano dopo le dimissioni “irrevocabilì del presidente del Consiglio. “Abbiamo sottolineato al presidente come andando a elezioni con un governo non eletto ma tecnico” Mario Monti “dovrà tenere la sua collocazione fuori dalle parti” in questa campagna elettorale, ha detto il capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto, dopo le consultazioni con il capo dello Stato al Quirinale. Stessi concetti da Maurizio Gasparri che accompagnava Cicchitto. Da parte sua il Pd ha invece ringraziato sia Monti che Napolitano per il lavoro svolto in questi mesi chiedendo però che ora si apra “una fase nuova”, contrassegnata da “politiche progressiste”.
“Si è chiusa la fase del governo tecnico, si va alle elezioni e la sovranità torna al popolo. Noi siamo consapevoli che l’Italia merita ora un seconda fase”, fatta di “politiche progressiste e riformiste”, ha detto il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini aggiungendo che ora deve passare “un principio molto semplice: chi ha di più deve mettere di più; chi di meno deve mettere di meno”. Se Pierferdinando Casini, da Napoli ha assicurato che l’Udc “rispetterà le scelte del presidente del Consiglio qualunque esse siano”, il capogruppo dell’Udc alla Camera, Gian Luca Galletti, dopo il colloquio con Napolitano ha spiegato ai giornalisti che “per non vanificare gli sforzi degli italiani e le riforme fatte bisogna continuare con forza il lavoro fatto dal governo Monti”.. La Lega nord ha confermato la propria “soddisfazione” per le dimissioni di Mario Monti.
“Ora non resta che sciogliere le Camere, fissare la data delle elezioni e dare il via alla campagna elettorale: a noi il 24 febbraio va bene”, ha detto il capogruppo della Lega Nord al Senato, Federico Bricolo, dopo l’incontro con il presidente della Repubblica. “Vogliamo andare sul territorio a fare campagna elettorale – ha proseguito -, poi siano i cittadini a scegliere”. “Preferiremmo che Monti spiegasse in parlamento le ragioni delle sue dimissioni ma non ha inteso farlo”, ha invece detto il capogruppo dell’Idv al Senato, Felice Belisario insieme al suo collega alla Camera Antonio Borghesi. Perplessità sul ruolo di Monti sono state espresse anche da Popolo e Territorio con Silvano Moffa e Pasquale Viespoli. “Abbiamo chiesto che ci sia da parte del presidente del Consiglio un chiarimento che è dovuto agli italiani” perché se decidesse di scendere in campo si creerebbe “una situazione particolare”, ha spiegato il presidente del gruppo parlamentare di Popolo e Territorio alla Camera, Silvano Moffa al termine del colloquio con Napolitano al Quirinale. Moffa. Insieme a Viespoli ha spiegato che il suo gruppo “auspica che venga mantenuto quel ruolo di terzietà” che ha caratterizzato il governo tecnico anche “nella campagna elettorale”. Nel pomeriggio dovrebbero salire al Quirinale i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Gini e Renato Schifani. Quindi Napolitano firmerà il decreto di scioglimento delle Camere.
VAN ROMPUY, AGENDA MONTI UNICA STRADA – Herman Van Rompuy “non interferisce con la politica interna” e non commenta le dimissioni di Monti ma fonti vicine al presidente Ue ricordano che “ha già detto che il prossimo governo italiano non ha altra scelta che continuare le stesse politiche del governo Monti”.
Ansa