La multinazionale Electrolux, leader nel settore degli elettrodomestici, ha annunciato un taglio drastico delle posizioni aperte: chi rischia nel nostro Paese
Colosso svedese licenzia in massa anche in Italia
Già alla fine della scorsa estate vi avevamo parlato delle molte aziende italiane costrette a rimandare l’apertura degli impianti e a prolungare il periodo di ferie per i propri dipendenti a causa dei costi sempre più altri per il pagamento delle bollette di luce e gas. Nei mesi successivi si sono moltiplicate le piccole e medie imprese che hanno dovuto fare ricorso alla cassa integrazione per evitare il licenziamento di una parte dei dipendenti.
Una situazione su cui il nuovo governo di Giorgia Meloni intende intervenire prorogando la norma sui crediti d’imposta, una misura che era già approvata dal precedente esecutivo di Mario Draghi. La strategia della leader di Fratelli d’Italia prevede un innalzamento della tassazione per gli extra profitti nei confronti di quelle multinazionali che durante l’emergenza energetica ancora in corso hanno visto gonfiarsi a dismisura i propri guadagni, a discapito di milioni di famiglie e migliaia di imprenditori.
Multinazionale degli elettrodomestici licenzia migliaia di lavoratori: cosa rischia l’Italia
Ma la crisi del caro bollette non sta mettendo in ginocchio solo le realtà più limitate e quelle che già prima presentavano una situazione dei conti instabile. L’ultima notizia apparsa sulle pagine dei quotidiani e sui siti delle agenzie di stampa riguarda la scelta della multinazionale Electrolux di tagliare un numero molto alto di posti di lavoro all’interno delle sue filiali tutt’ora attive nel nostro Paese. L’indiscrezione circolava ormai da diverso tempo negli ambienti giornalistici, ma ora è arrivata anche l’ufficialità da parte dei vertici aziendali ed immaginabile lo sconforto dei tanti contribuenti che ad oggi lavorano per il gruppo svedese.
A fronte di una perdita di introiti che supera quota 55 milioni di euro negli ultimi sei mesi di attività, tramite una nota ufficiale diffusa dal suo ufficio stampa Electrolux ha annunciato che si appresta a lasciare a casa circa 4mila lavoratori. Un numero che equivale a poco meno dell’8% delle 52 mila posizioni aperte in totale in tutto il mondo. Secondo quanto specificato nella nota, la maggior parte dei licenziamenti verranno effettuati in Nord America, ma anche il Vecchio Continente non sarà esente dalla stretta. E, purtroppo, l’Italia non sarà esentata.
Quattro stabilimenti Electrolux nel nostro Paese: il timore per i licenziamenti
Ad oggi sono quattro gli stabilimenti che Electrolux ha aperto nel nostro Paese. C’è quello romagnolo di Forlì (al cui interno vengono realizzati forni e piani cottura) e quello veneto di Susegana (frigoriferi), oltre al polo milanese di Solaro (lavastoviglie) e a quello friulano di Porcia (lavaggio). Al momento non è dato sapere come verranno distribuiti i tagli al personale. Ma non c’è certezza nemmeno su quanti di essi avranno luogo in Italia, visto che l’azienda svedese conta circa 10 mila dipendenti nella sola Europa occidentale.
Fondata nel 1919 con sede a Stoccolma, nel corso del secolo Electrolux ha saputo ritagliarsi un ruolo tra le multinazionali più solide nel settore della produzione e della vendita di elettrodomestici. La sua gamma di prodotti viene venduta in ben 120 paesi in tutto il globo. Gli ultimi dati relativi al suo fatturato risalgono al 2020, quando i dati mostravano una cifra attorno ai 116 miliardi di corone svedesi, equivalenti a circa 11,3 miliardi di euro. Analizzando invece l’utile netto, si può vedere come due anni fa esso si fosse assestato sui 5,7 miliardi di corone svedesi, pari a 560 milioni di euro.