di Romana Massetti
Argento Vivo Edizioni
Se ci sono avventure che non si può fare a meno di raccontare, ci sono storie che non si può fare a meno di leggere e Come pietra è una di queste.
«Il segretario della Sicurezza Nazionale fissava da lontano la statua del generale Jackson attraverso i suoi occhiali squadrati in osso di tartaruga. Non aveva dubbi nel taglio da sartoria del suo completo blu, il mento appoggiato al nodo della cravatta, come faceva sempre quando rifletteva. Le due linee rosse diagonali lasciate emergere dal bavero ricordavano le lame di una ghigliottina insanguinata.
Per lui, tutto aveva continuato a funzionare come a Krefeld, quando nell’aprile del ’45 nel giro di sette giorni aveva riportato alla normalità mezzo milione di disperati tedeschi facendo sembrare loro che la guerra non fosse mai esistita. Furono forse i sette giorni o il fatto che a vent’anni fosse già un membro attivo del controspionaggio a dargli da intendere che il Dio del Talmud non se la cavasse poi così bene e che lui avrebbe potuto fare di meglio per sistemare correttamente la luce lontano dall’ombra.»
La scrittura intensa e coinvolgente dell’esordiente Romana Massetti ci conduce per le vie di Santiago del Cile durante i convulsi giorni del colpo di Stato da parte della giunta militare nel settembre del ’73.
«La città sembrava caduta in una immobilità incantata da un perverso sortilegio. Si udivano spari provenire da ogni direzione del quartiere, sgommate di camionette, fragore di stivali sull’asfalto.»
Il celebre cronista Sandro Pietra del Corriere Cittadino, il più importante quotidiano italiano, assiste ai turpi eventi che stanno assassinando la democrazia cilena e conducendo l’ignominia al potere.
«Vicino alla sezione del comando della caserma Tacna, presso la quale le donne erano solite ritirare i mariti abborracciati dopo i venerdì di baldoria, da una camionetta venivano scaricati una decina di uomini e donne incappucciati, con i polsi e le caviglie legate da un lungo cordiglio, nero come l’abisso dell’odio.»
- Massetti, Romana (Autore)
Per Sandro Pietra, scrivere non può essere solo una passione o un talento di cui vantarsi, non è semplicemente uno che lavora per un giornale. Chiunque incroci la sua esistenza viene contagiato dalla sua dedizione per la scrittura. Pietra conosce prima di sapere, comprende prima di intuire, compone prima di battere i martelletti della sua macchina da scrivere.
«Non avrebbe mai potuto diventare un romanziere, non sarebbe riuscito a muoversi sul terreno ondeggiante della fantasia. La sua posizione era stabile, come il nome della famiglia da cui discendeva. Non avrebbe saputo dire se avesse ereditato il talento, combinazioni genetiche di diverse generazioni avevano prodotto la materia grigia da cui derivavano eccellenti sinapsi.»
Nella lotta estenuante per la denuncia della verità, Pietra si trova sulla testa un mandato di arresto per omicidio da parte della giunta militare. Dopo una rocambolesca fuga per la salvezza, la sua anima si consuma fino alla morte.
Le linee temporali si intersecano in questa storia nella Storia e sul finire del ‘91, il direttore del quotidiano bresciano “La Gazzetta Padana”, di cui Pietra è stato mentore, incarica Francesca di recuperare i documenti secretati che il giornalista è stato costretto ad abbandonare in Cile.
La giovane pubblicista bresciana, fra la normalità del dover essere e l’incognita del voler esistere, compie la propria scelta.
«Non bisognerebbe mai ignorare i segnali del destino, se si vuole seguire il programma. Le coincidenze non incrociano i destini per scrivere futuri imprevedibili, vigilano per condurre il predestinato alla meta. Il mio futuro sarebbe diventato di lì a pochi attimi imprevedibile in conseguenza della scelta che avevo fatto durante la traversata per i cieli dell’Atlantico. Qualunque cosa fosse accaduta, sarebbe stata frutto delle mie decisioni. Sono queste a qualificare la vita, si possono rimandare, possono essere impulsive o meditate, decisive o superficiali, ci possono essere anche delle non-scelte, ma ognuna assurge a determinare chi siamo e chi saremo.»
Le coordinate narrative della Storia hanno a volte modi insoliti di farsi individuare. I grandi tessitori si susseguono per controllarne l’ordito. Al di sopra degli eventi narrati, agiscono forze sovranazionali guidate dalla fede nel potere e nel denaro contro cui non si può combattere.
L’incoscienza dei vent’anni e una smodata fede nella verità, unita ad una inamovibile determinazione, consentono a Francesca di riportare alla luce lontani segreti che avranno conseguenze internazionali.
La narrazione danza sulla linea del tempo con maestria e maturità espressiva. La lettura risulta scorrevole e coinvolgente. Ogni capitolo apre al seguente in una successione continua in grado di catturare il lettore ad ogni pagina.
Si potrebbe dire che ha puntato in alto per l’esordio questa autrice, centrando in pieno l’obiettivo. Una narrazione storica che assume i tratti della spy story per le vie centrali di Brescia che fanno da scenografia ai fatti cruciali che porteranno “La Gazzetta Padana” a far tremare le ginocchia dei potenti d’oltreoceano.
Come pietra è il romanzo perfetto per lettori che vogliono varcare nuove soglie narrative.
Rebecca Bronte
L’Autrice
Romana Massetti è nata e cresciuta a Chiari, in provincia di Brescia, dove vive con la propria famiglia. Si è laureata in Storia presso l’Università degli Studi di Milano con una tesi sulla presidenza Allende. Lavora come insegnante di Lettere presso la scuola salesiana della sua città. Da sempre appassionata di scrittura, è al suo primo romanzo.