Si fa un gran parlare del possibile addio all’ora legale. Ecco la relazione tra il cambio d’ora e l’economia italiana e non solo, che in molti ignorano.
L’Unione europea ha condotto un sondaggio sull’applicazione dell’ora legale, che ha coinvolto 4.6 milioni di cittadini. L’80% di questi, stando alle prime anticipazioni, ha risposto d’essere contrario allo spostamento delle lancette. Un sondaggio condotto su base volontaria, di conseguenza i partecipanti non possono essere considerati un campione rappresentativo di tutti gli europei, statisticamente parlando.
L’unico Paese ad aver realmente condotto un sondaggio su questa tematica è la Lettonia, che nel 2014 evidenziò come tre persone su quattro erano contrarie all’ora legale. La maggior parte delle persone guarda però a questo tema unicamente da un punto di vista di ore solari sfruttabili, sensazione di stanchezza e generale fastidio per il cambio che viene imposto dall’alto.
Occorre precisare però come l’ora legale abbia delle conseguenze economiche. Basti pensare a quanto evidenziato da Terna, società che si occupa della gestione della rete elettrica italiana. Secondo le loro stime, il risparmio energetico per l’Italia è di 80 milioni di euro. Vantaggi economici che non sono però omogenei in Europa. In Norvegia e Svezia ci si ferma ad esempio a un risparmio tra i 16 e i 30 milioni. Ciò è dovuto alla latitudine dei due Paesi, che possono sfruttare in state un maggior quantitativo di ore di luce durante l’estate.
Nel 2014 però la Icf International, incaricata dalla Direzione trasporti e mobilità dell’Unione europea, condusse uno studio che sottolineò come l’ora legale inciderebbe soltanto per lo 0.5%, in media, sui consumi elettrici nazionali. In alcuni Stati inoltre si avanza l’ipotesi che i consumi potrebbero in realtà aumentare a causa del cambio d’ora, considerando maggiori ore di luce, di conseguenza persone sveglie più a lungo e un uso maggiore di condizionatori.
Guardando all’Italia, il risparmio raddoppia andando dall’estremo Nord alla punta della Sicilia, dall’1.2% al 2.7%, considerando la latitudine, stando ai dati forniti dalla School of Economics and Business della Norwegian University of Life Science.
Contrari all’ora legale anche in ambito trasporti, soprattutto per quanto riguarda gli spostamenti in aereo. Il timore generale è quello di vedere sempre maggiori clienti perdere il proprio volo a causa della mancata sincronizzazione tra Stati nell’uso dell’ora legale.
Svariati gli studi condotti, dall’aumento degli incidenti a quello delle attività serali, che di conseguenza porterebbero un beneficio economico. A ciò si aggiungono analisi sul mondo agricolo, ma il tutto rientra in un calderone alquanto confuso e, in mancanza di un accordo tra Paesi e un sondaggio statisticamente rilevante a livello europeo, nessuna decisione potrà essere presa.