Sale la tensione nella maggioranza sulla commissione bicamerale d’inchiesta sulle banche. La seduta per eleggere il presidente dell’organismo che deve ‘indagare’ sulle banche slitta fino a quando non si troverà un accordo tra Pd-M5S e Iv. Il problema ruota attorno ad Elio Lannutti ‘scelto’ alla guida dell’organismo bipartisan. Il senatore del M5S non vuole fare nessun passo indietro nonostante qualcuno abbia sollevato un conflitto di interessi perché il figlio lavora per la banca Popolare di Bari, appena salvata dal Governo. Ma c’è chi punta il dito anche contro alcune ‘esternazioni’, molto discutibili, da parte dell’esponente pentastellato. Il senatore è, infatti, finito nel mirino dei due partiti di maggioranza che condannano un suo tweet sul falso storico dei Protocolli di Sion. Fonti del Movimento precisano che il nome del presidente ‘sarà frutto di un accordo di maggioranza’, come a voler sconfessare Lannutti che non ci sta a fare un passo indietro.
“Il Pd e Italia Viva non mi sostengono? Quello che fanno il Pd e Italia Viva sono affari del Pd e di Iv, mentre quel che fa il M5S è affare del M5S. Io sono il candidato del Movimento, tutto qui. Fin quando non cambieranno le cose, io sono stato scelto con elezioni democratiche e resto al mio posto”.
Tanto che ha incontrato Beppe Grillo a Roma, accompagnato dal suo legale, Antonio Di Pietro. Al termine dell’incontro Lannutti ha confermato che non intende ritirare la sua candidatura alla presidenza della commissione. “Cosa significa che mio figlio lavora in banca? Dov’è il conflitto di interesse? Andate a vedere il conflitto di interesse di coloro che hanno fatto i crack e non di uno che lavora onestamente. Vi dovete vergognare! Di Pietro mi difenda anche da questo!”. “Alla commissione banche io non mi volevo neppure candidare: me lo hanno chiesto, io facevo il tifo per Paragone! Ma poi, con le procedure del M5S, mi hanno scelto. Dunque io sono il candidato del M5S e confermo che non farò nessun passo indietro”. Ed annuncia querele contro “chiunque nelle prossime ore continuerà ad alimentare questa campagna ne risponderà nelle sedi giudiziarie, non permetto a nessuno di gettare fango sul mio rigore etico e sulla serietà del mio impegno pubblico”, scrive in una nota il senatore del MoVimento 5 Stelle.
Ma le dichiarazioni del senatore pentastellato non sono piaciute al Pd, che insorge con Emanuele Fiano. “Uno degli estimatori dei Protocolli Savi anziani di Sion sicuramente non avrà i nostri voti. Luigi Di Maio devi dichiarare nero su bianco che uno così il presidente della commissione Banche non lo può fare”.
“Dovrebbe essere Lannutti a ritirarsi dalla candidatura per la presidenza della commissione banche. Mi auguro che abbia la sensibilità di togliere la maggioranza da questo grande, gigantesco imbarazzo”, chiede via twitter Alessia Morani, sottosegretaria Dem allo Sviluppo economico.