Commissione banche, la candidatura di Lannutti è stata ritirata. Il pentastellato ha quindi accolto le richieste da parte di Pd e Iv, che avevano chiesto al senatore di fare un passo indietro per conflitto di interessi (il figlio lavora alla Banca Popolare di Bari). L’esponente pentastellato, che in un primo momento aveva ribadito la sua intenzione di continuare a correre per il ruolo di presidente della commissione che si occuperà degli istituti di credito, ha annunciato il passo indietro.
Lannutti ha annunciato il suo passo indietro con un messaggio condiviso su Facebook nel quale ha spiegato i motivi del suo passo indietro. “La mia decisione di fare un passo indietro rispetto alla candidatura a presidente della commissione banche non dipende in alcuna misura dalla posizione lavorativa di mio figlio e, men che mai, da un inesistente conflitto di interesse. L’unica ed esclusiva ragione che mi ha spinto a compiere questo passo è stata quella di non fornire più alcun alibi: la commissione deve assolutamente partire, il prima possibile”.
Il Partito Democratico con alcuni dei suoi esponenti aveva ribadito il bisogno di un passo indietro da parte di Lannutti: “Luigi Di Maio– aveva ricordato Emanuele Fiano sui social – devi dichiarare nero su bianco che uno così il presidente della Commissione banche non lo può fare. Sicuramente non avrà i nostri voti“. E Alessia Morani aveva aggiunto: “Dovrebbe essere Lannutti a ritirarsi dalla candidatura per la presidenza della commissione banche. Mi auguro che abbia la sensibilità di togliere la maggioranza da questo grande, gigantesco imbarazzo“.
Il nome di Elio Lannutti non ha mai acceso la sinistra per la condizione di un post antisemita sui Protocolli dei Savi di Sion. Ma nelle ultime ore è uscito fuori il problema di un conflitto di interessi da parte del senatore del M5s. Suo figlio Alessio, infatti, è impiegato nell’Ufficio Enti della sede di Roma della Banca Popolare di Bari.