“Voglio garantire che in una economia sociale di mercato ogni persona che lavora a tempo pieno possa avere un salario minimo che garantisca una vita dignitosa”, così Ursula von der Leyen. Perciò svilupperemo un quadro nel rispetto dei quadri di lavoro, – ha aggiunto -, l’opzione ottimale è avere contrattazioni collettive con i sindacati perché loro possono adeguare il salario minimo al settore e al comparto. So che ci sono modelli diversi ma dobbiamo creare un quadro generale.
I 5 Stelle hanno dichiarato di avere le sue stesse priorità dopo le aperture sul salario minimo e vanno verso il sì, che la Lega con Marco Zanni ha dal canto suo ufficializzato nonostante per i sovranisti sia saltato l’incontro con la candidata.
Liberali e popolari hanno già garantito il loro sostegno, mentre i socialisti, delusi dalla bocciatura di Frans Timmermans, continuano a essere spaccati. Di certo chi non la sceglierà sarà la delegazione tedesca dell’Spd. I conservatori di Ecr attendono ulteriori garanzie, ma i Visegrad si erano detti soddisfatti della sua nomina. Al contrario, Verdi e sinistra Gue voteranno contro. Un panorama che per von der Leyen dovrebbe tradursi nel superamento della soglia dei 376 voti per l’elezione.
Non ci possono essere compromessi sullo stato di diritto, scrive von der Leyen, che si dice pronta a sostenere la proposta di fare dello stato di diritto una parte integrante del prossimo quadro finanziario pluriennale. Sulla questione dei migranti, nella missiva si socialisti la ministra tedesca annuncia “un nuovo patto sull’immigrazione e l’asilo, incluso il rilancio della riforma di Dublino.
“Presenterò un accordo verde per l’Europa nei primi cento giorni del mio mandato”, ha detto la candidata designata dai Ventotto alla presidenza della Commissione europea intervenendo in aula a Strasburgo. “Una delle sfide pressanti” per l’Ue “è mantenere il pianeta sano. È la più grande responsabilità e opportunità del nostro tempo”, ha sottolineato von der Leyen. “Voglio che l’Europa diventi il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050”, ha aggiunto la ministra tedesca, applaudita dall’emiciclo. “Per realizzare questo obiettivo – ha aggiunto – dobbiamo compiere passi coraggiosi insieme. Il nostro obiettivo di ridurre le emissioni” di Co2 “del 40% entro il 2030 non è sufficiente”, è necessario “andare oltre” puntando a una riduzione delle emissioni “del 50% se non 55%”.
“Il Mediterraneo è diventato una delle frontiere più letali al mondo, in mare c’è l’obbligo di salvare le vite”, ha aggiunto von der Leyen riscuotendo un applauso. “L’Ue ha bisogno di frontiere umane – ha aggiunto -, dobbiamo salvare le vite, ma anche dobbiamo ridurre la migrazione irregolare, lottare contro gli scafisti”.
“Sono disposta a garantire una ulteriore proroga al recesso nel caso in cui fosse necessario più tempo per motivi validi”.
“Per me solamente una cosa è importante, l’Europa va rafforzata e chi la vuole fare fiorire mi avrà dalla sua parte, ma chi vuole indebolire questa Europa troverà in me una dura nemica”.
I numeri sono in bilico, ma alla fine la ministra tedesca dovrebbe farcela, è la previsione che si fa tra i corridoi dell’Eurocamera, con i due partiti di governo in Italia – Lega e M5s – che pur non facendo parte della maggioranza a Strasburgo sarebbero orientati a votare a favore.
“L’interlocuzione va avanti e si sta facendo una valutazione sul merito, al di là del mancato incontro. Non è escluso che la Lega alla fine voti a favore della candidata tedesca perché ad esempio sulla riforma di Dublino e sul tema dell’immigrazione abbiamo avuto buoni riscontri”, hanno spiegato le fonti. Il condizionale comunque è d’obbligo, almeno fino a quando il gruppo Identità e Democrazia – del quale fanno parte la Lega di Salvini e il Rassemblement National di Marine Le Pen, che ha fatto il punto anche con i tedeschi di Afd – si riunirà per decidere la posizione da adottare dopo averla ascoltata in Aula.
Insomma, malgrado le spaccature tra i socialisti e qualche franco tiratore, von der Leyen dovrebbe comunque riuscire ad incassare una maggioranza di sì. Magari pescando anche tra i “nazionalisti dei partiti di governo di Ungheria, Polonia e Italia”, sottolinea il Financial Times, che si chiede però a quel punto quanto la tedesca potrebbe “spingere su una procedura per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia avendo avuto i voti della Lega” o sulla difesa dello stato di diritto verso Budapest e Varsavia.
L’Italia guarda al suo posto e non intende rinunciare ad ottenere una posizione di riguardo nel futuro esecutivo comunitario, come la Concorrenza o l’Industria, se non il Commercio. Ma quella partita – comunque in salita per la Lega – si aprirà subito dopo la conferma della candidata presidente. Quasi a voler sfidare il destino che l’attende domani intanto, von der Leyen ha fatto sapere che si dimetterà dalla sua carica di ministro della Difesa tedesca esattamente il giorno dopo. Una decisione che Angela Merkel, che probabilmente ha avuto un ruolo decisivo nelle mediazioni di queste ore, legge come “un segnale forte”: “La rispetto. E’ chiaro che vuole entrare con tutta la forza in una nuova fase della sua vita”, ha detto la cancelliera dicendosi “fiduciosa” sul risultato, di cui ha tra l’altro parlato ieri in una telefonata con il premier Giuseppe Conte.