È stato arrestato a Como, in un centro della Caritas, un 40enne turco ricercato internazionale per l’omicidio della convivente. La vittima, Valerie Kelemen di 50 anni, è stata trovata senza vita il 21 aprile in un appartamento a Melun, in Francia. La donna sarebbe stata uccisa circa 24-48 ore prima. L’indagine della procura di Milano, su indicazione delle autorità francesi, è partita il 14 maggio e l’uomo è stato fermato grazie alla collaborazione tra la squadra mobile meneghina, diretta da Lorenzo Bucossi, e da quella di Como. Il presunto assassino, incastrato dall’indirizzo Ip del suo profilo Facebook, stava cercando di scappare in Turchia. È stato rintracciato a Como dove, secondo gli investigatori, avrebbe avuto qualche appoggio per attraversare illegalmente la frontiera della Svizzera, e da lì dirigersi verso il Paese natale.
Per il presunto omicida le manette sono scattate ieri mattina nella mensa della Caritas di Como, in via Tatti 16. Aveva creato un account Facebook utilizzando un indirizzo Ip inesistente sul territorio italiano, corrispondente però a un Ip pubblico di un gestore di telefonia. I dati delle sessioni sono stati esaminati dalla squadra mobile di Milano che ha individuato, tra i vari Ip privati collegati a quello pubblico, un indirizzo riconducibile proprio alla Fondazione Caritas di Como. Per quanto riguarda la vittima, l’autopsia ha confermato la morte violenta della donna, deceduta a causa delle percosse, calci e pugni su tutto il corpo. L’arrestato, U.K.P. nato a Levallois Perret, in Francia, ma originario della Turchia, viene descritto dagli investigatori come “una persona esageratamente gelosa”. Il 10 maggio scorso è stato emesso nei suoi confronti un mandato di arresto europeo e il 14 maggio il Tribunal de Grand Istance de Melun ha emesso un Oei, ovvero un ordine europeo di indagine penale, con il quale ha chiesto all’Italia di collaborare. Il sostituto procuratore di Milano Sergio Spataro ha quindi delegato le indagini ai poliziotti milanesi, che in pochi giorni hanno chiuso il caso.