Comunalie Antimafia: ’14 gli impresentabili e tutti nelle liste civiche’

La Commissione Antimafia  ha realizzato uno screening su liste e candidature in vista delle elezioni del 5 giugno. Solo in un caso si tratta di un candidato a Roma, ha spiegato la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi,  la quale ha spiegato che a Roma sono stati esaminati i candidati al Consiglio Comunale e quelli candidati per il Municipio VI. La situazione è complessivamente incoraggiante,    anche se alcuni dati sono preoccupanti. L’Antimafia ha vagliato i curricula di oltre 3.200 candidati, di cui 2.220 solo nella Capitale e  ha emesso i suoi giudizi. A Battipaglia, in un florilegio di liste civiche, risultano incandidabili Carmine Fasano (Lista Azione civica), Daniela Minniti (lista ‘Battipaglia popolare’), Lucio Carrara (lista ‘Battipaglia con cuore’), Francesco Procida (Lista Speranza per Battipaglia), Bartolomeo D’Apuzzo (lista ‘Battipaglia a testa alta’) e Demetrio Landi (Moderati per Battipaglia). Tre di loro sono stati condannati per reati legati a traffico e cessione di stupefacenti, due per bancarotta fraudolenta, uno per riciclaggio e uno per rapina. Avrebbero tutti presentato false autocertificazioni. E, sempre a Battipaglia, Giuseppe Del Percio (lista ‘Battipaglia-la città che verrà’) condannato in primo grado per violazione delle norme sugli stupefacenti, è candidabile ma se eletto potrebbe essere sospeso ai sensi della legge Severino. In totale sono  14 i candidati segnalati dall’Antimafia per le Comunali del 5 giugno sono 7 a Battipaglia: Carmine Fasano, Daniela Minniti, Lucio Carrara, Francesco Procida, Bartolomeo D’Apuzzo, Demetrio Landi e Giuseppe Del Percio. 5 a Roma: 4 nel sesto municipio: Antonio Carone, Domenico Schioppa, Antonio Giugliano e Fernando Vendetti; un unico impresentabile nel consiglio comunale, Mattia Marchetti. 2 in Calabria: a Scalea Carmelo Bagnato; a San Sostene Alessandro Codispoti. A Roma, tra i candidati in lista nel sesto municipio romano, zona periferica che include quartieri come il Casilino e Tor Vergata, sono impresentabili Antonio Carone (con la lista ‘Viva l’Italia con Tiziana Meloni’, conterebbe ben 8 condanne definitive), Domenico Schioppa (lista ‘Iorio sindaco’, condannato in primo grado per detenzioni di armi e, se eletto, va sospeso ai sensi della legge Severino), Antonio Giugliano (lista ‘Storace-Marchini sindaco’, condannato in primo grado per diversi reati tra cui la tentata estorsione, incandidabile per la violazione del codice di autoregolamentazione) e Fernando Vendetti (lista ‘Storace-Marchini sindaco’, condannato in primo grado per tentata estorsione, incandidabile per la violazione del codice di autoregolamentazione). L’Antimafia segnala inoltre la posizione di Mattia Marchetti, candidato al Consiglio comunale con la lista Lega Centro, nei confronti del quale è stato emesso decreto che dispone il giudizio immediato per tentata estorsione e dunque dichiarato impresentabile per la violazione del codice di autoregolamentazione. A Scalea l’incandidabilità riguarda Carmelo Bagnato (lista ‘Per la Tua Città’, con condanna per bancarotta fraudolenta) mentre a San Sostene, in provincia di Catanzaro, Alessandro Codispoti, candidato con la lista civica ‘Legalità e libertà’ ha un procedimento penale in corso e se eletto rischia la sospensione in base alla legge Severino La commissione ha anche segnalato che uno dei candidati sindaci a Roma, quello di Casapound, Stefano Di Stefano nel 2013 era stato arrestato in flagrante per furto aggravato per aver portato via in un blitz la bandiera dell’Ue dal palazzo dell’Unione Europea a Roma. E’ stato poi rilevato che una candidata è coniugata con un avvocato, attualmente in carcere, condannato a anni 9 e 6 sei mesi per i delitti di concorso in  corruzione e di partecipazione ad associazione mafiosa. Infine, un candidato risulta imparentato con un soggetto indicato appartenente al clan Gallace della ‘ndrangheta. Sono tutti nelle liste civiche i 14 nomi di candidati ‘impresentabili’ secondo il lavoro reso noto dalla commissione Antimafia. Il voto finale alla relazione presentato dalla Commissione è stato unanime.  La presidente della commissione,  Rosy Bindi, ha  lanciato un appello alla politica: ‘Se si vuole combattere la mafia non ci si può nascondere, bisogna metterci la faccia”’, evidenziando   come in alcuni Comuni i partiti politici non abbiano presentato candidati e in altri siano state presentate solo liste civiche: ‘Che le liste civiche fatte nel modo che abbiamo visto siano un varco per le mafie è indubbio. Abbiamo visto nel tempo la presentazione di liste civiche nate per protesta contro la politica, ma il quasi 100% di liste civiche in quasi tutti i comuni sciolti per mafia è allarmante. Conosciamo anche liste civiche come capacità di riscatto, non vogliamo certo col nostro lavoro delegittimare tentativi che ci sono, ma il 100% di liste civiche in quasi tutti i comuni sciolti per mafia, qualcosa vorranno dire.  I partiti devono decidersi a prendere sul serio questa situazione. Se vogliamo estirpare la mafia, ci vogliono forze politiche chiare, che non fanno operazioni trasformistiche. In alcune liste civiche si trovano candidati cacciati che si alleano con pezzi di avversari. In un comune, le tre famiglie di riferimento ndranghetista hanno piazzato i loro candidati ciascuna in una delle tre liste.

Roberto Cristiano

 

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