Concessioni balneari prorogate di un anno. Meloni rischia lo scontro

Il Governo ha deciso di prendere tempo prorogando per un altro anno le concessioni balneari mentre l’Europa e il PNRR ci chiedono di liberalizzare il settore e metterle a gara.

Il Governo Meloni ha scelto di non scegliere riguardo l’annosa questione delle concessioni balneari. Mentre l’Ue e il PNRR chiedono all’Italia di liberalizzare il settore, mettendo a gara le concessioni attuali, l’esecutivo tiene il freno tirato anche sotto la spinta di alcuni suoi esponenti, a partire dal Ministro Daniela Santanché che con la comproprietà del Twiga ha operato per anni nel settore, rinvia il tutto di un anno confermando per tutto il 2023 le attuali concessioni. Nonostante il parere opposto espresso dal Consiglio di Stato nel 2021.

Nodo balneari

Sul nodo balneari, il pacchetto viene presentato all’esame delle commissioni Affari costituzionali e bilancio del Senato. A prorogare di un anno le attuali concessioni è un emendamento di Forza Italia, mentre c’è un altro emendamento che proroga i tempi per la mappatura. Un ulteriore emendamento della Lega istituisce poi un tavolo permanente sul tema, che ha implicazioni europee oltre che nazionali. Il rinvio, infatti, rischia di portare ad uno scontro aperto con l’Ue nel momento in cui l’Italia deve incassare le prossime tranches dei fondi del PNRR.

Concessioni balneari: così il governo

“Al termine di un percorso di ascolto con le associazioni maggiormente rappresentative del comparto balneare, Fdi ha preso atto della richiesta maggioritaria di procedere, all’interno del Dl Milleproroghe, con una proroga delle concessioni di un anno rispetto ai termini stabiliti dal ddl Concorrenza e pertanto sosterrà gli emendamenti di maggioranza che vanno in questa direzione”, dice Gianluca Caramanna, deputato e responsabile Turismo di Fratelli d’Italia.

“Fratelli d’Italia ha inoltre affidato ai relatori di maggioranza Alberto Balboni e Dario Damiani due ulteriori proposte di modifica di fondamentale importanza. La prima – spiega – chiede di prorogare di ulteriori cinque mesi la delega al Governo per la sola mappatura del demanio marittimo, fluviale e lacuale. Ciò si rende necessario ai fini di verificare compiutamente lo stato di uso della risorsa pubblica, sia sul piano amministrativo che su quello della disponibilità di nuove aree concedibili. La seconda proposta di modifica è volta ad impedire che, in assenza di criteri definiti, i Comuni e gli altri enti concedenti deliberino in autonomia l’indizione di procedure di evidenza pubblica, anche al fine di prevenire ulteriori contenziosi”.

“Il percorso intrapreso, pur non ancora risolutivo, evidenzia la chiara volontà politica di Fdi e delle forze di maggioranza a difesa delle aziende del comparto. A questo dovrà seguire un’ulteriore fase di interlocuzione con la Commissione Europea con l’obiettivo di arrivare ad una soluzione definitiva dell’annosa vicenda”, conclude Caramanna.

Concessioni balneari: opposizioni all’attacco

Sul rinvio per le concessioni delle spiagge insorgono le opposizioni: Mariolina Castellone (M5s) avverte che c’è un alto “rischio di procedura di infrazione europea” e Daniele Manca (Pd) accusa il governo di aver preferito aiutare i balneari anziché tagliare le accise per tutti i cittadini, mentre Angelo Bonelli (Verdi) sottolinea il “regalo a una categoria che fattura 7 miliardi l’anno mentre lo Stato incasso 100 milioni dalle concessioni”.

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