Si è conclusa il 15 Maggio la mostra collettiva “Stop Gravitazionale” del collettivo Oxford presso lo spazio espositivo di Vertecchi a Roma.
Il collettivo, fondato e guidato dal promotore culturale Mauro Silani, è una realtà artistica consolidata che riunisce artisti, attori, ricercatori e accademici, operando sul territorio capitolino alla ricerca di connessioni tra la cittá, le istituzioni e le associazioni.
Non più arte per l’arte stessa, il bello per il bello o la mostra per l’esibizione.
L’idea di Mauro Silani, curatore della mostra stessa e degli artisti del collettivo Oxford, é ben altra: “Consideriamo l’arte e la socialità come i presupposti per la rigenerazione del tessuto sociale e culturale delle città: questo progetto itinerante significa dare un contributo fattivo al processo di ricostruzione delle relazioni sociali attraverso l’arte e la ricerca, per due ordini di ragioni: il nostro collettivo è un vero laboratorio aperto al contributo degli artisti locali, nazionali e internazionali; inoltre, ad ogni esposizione ci assicuriamo la partecipazione delle scuole, delle istituzioni ed associazioni culturali con l’obiettivo ultimo di aprire sedi operative in tutto il paese e anche all’estero”.
Molti visitatori sono venuti a vedere e fruire della mostra presso l’antica cartoleria sita in Via Pietro da Cortona, in pieno centro storico capitolino.
Soddisfatti gli artisti partecipanti, Angelo Palloni, Anita Pilat Carlo Solazzi, Enrico Bentivoglio, Francesca Vitale, Luigi Ambrosetti, Luigi Cartella, Mauro Silani, Monica Garroni, Romano Pietrangeli, Sandro Cipolletti, Silvia Rinaldi,Tonino Calotta,Umberto Pozzi ed il curatore che chiude la mostra con questo auspicio “Vorrei sottolineare che l’auspicio è contenuto velatamente nel titolo stesso della mostra STOP GRAVITAZIONALE in cui in realtà lo STOP è un acronimo che sta per: Space Time Operation Program. Un programma operativo gestito però dagli artisti che come essere umani possono prescindere da intelligenze artificiali e algoritmi ma non possono fare a meno del contatto umano e delle relazioni che gravitano nel reale. Mi auspico come abbiamo anche sottolineato nel nostro manifesto, che questo periodo ci serva per riaffermare che l’arte è la capacità degli artisti di percepire le potenzialità della realtà che ci gravita attorno, indispensabile precognitrice di tempi e spazi per un Nuovo Sentire Umano.”
Che questo auspicio possa diventare realtà!
Barbara Lalle