“In Emilia-Romagna abbiamo una tipologia di aziende che lavorano molto in filiera, in subfornitura di grandi aziende. Ci aspettavamo una maggior ripresa, ma questa e’ stata rallentata dai grandi player europei come la Germania che prima assorbivano gran parte delle produzioni realizzate dalle grandi aziende emiliano-romagnole e di conseguenza anche dalle aziende artigiane dell’indotto. Questa e’ una causa del clima di incertezza e rallentamento”. Altra criticita’ e’ “il minor accesso al credito, e soprattutto il fatto di vivere un cambiamento epocale: la grande sfida e’ l’adattamento tecnologico veloce per essere competitivi”. Marco Granelli, presidente regionale di Confartigianato Imprese, commenta al Resto del Carlino i dati elaborati dall’Osservatorio Mpi, secondo cui l’Emilia-Romagna presenta “un quadro generale di relativo stallo con dinamiche positive o negative a seconda dei settori”.
Note positive vengono dall’export “la continua crescita e’ la dimostrazione che le imprese emiliano-romagnole offrono prodotti di altissimo valore sa un mercato che chiede qualita’ e flessibilita’ nella produzione”, mentre “il dato regionale sull’accesso al credito delle Pmi e’ allarmante. La concentrazione dei finanziamenti ad aziende con piu’ di 20 dipendenti – spiega Granelli – vale l’82% dei 105 miliardi circa erogati dalle banche. Se consideriamo che le Pmi sono il 95% delle aziende attive e ricevono solo il 18% del credito totale erogato, e’ evidente che non c’e’ equilibrio e che questo pesa in termini di crescita e sviluppo”. Sul tema delle grandi opere, poi, Granelli sottolinea che “un governo non puo’ non realizzarle perche’ oggi, essendo noi un Paese manifatturiero che produce, abbiamo piu’ necessita’ di altri di collegamenti che non ci isolino dal resto dell’Europa”.