Confcommercio registra un calo del 30% per quanto riguarda i consumi nel mese di maggio. Un dato che di fatto conferma quanto detto e ribadito dal premier Conte nel corso degli Stati Generali. Non basta la fine del lockdown per rimettere in modo l’economia e il commercio.
Complici il clima di sfiducia, l’eredità pesante del coronavirus e la crisi economica che ha creato migliaia di nuovi poveri, nonostante la fine del lockdown e la ripresa economica i consumi non hanno fatto registrare una ripresa decisa. Anzi. Si registra sicuramente una ripresa rispetto ai dati del mese di aprile, ma il dato che preoccupa è quello di una ripresa lenta.
Di seguito l’analisi contenuta nella nota di Confcommercio sull’andamento dei consumi nel mese di maggio:
Nel confronto annuo l’indicatore dei consumi (ICC) segnala un calo del 29,4%, dato meno negativo se confrontato con il -47% di aprile, ma che conferma grandi difficoltà soprattutto per i servizi legati alla fruizione del tempo libero. Anche nel mese di maggio sono pochi i segmenti che registrano un segno positivo: l’alimentazione domestica, le comunicazioni e l’energia sono tra i pochi settori i cui consumi sono sopra i livelli di un anno fa. Per molti segmenti non solo il recupero è modesto quanto, soprattutto, denso di incognite sul futuro prossimo, come nel caso della domanda di autovetture, dei consumi presso bar e ristoranti, dei trasporti e di tutta l’area legata al turismo ed allo svolgimento di attività d’intrattenimento e relazione.
Secondo le ultime stime, nel secondo trimestre del 2020 il PIL dovrebbe far registrare una riduzione del 17,4% rispetto al primo trimestre. Su base annua parliamo di un -21,9%. Uno scenario drammatico ma previsto.