“E’ sempre stata una persona per bene. Per me era come un padre, ma alla fine del 2010 si trasformò. Cominciò a dirmi ‘Io ti amo, dimmi che mi ami’. Gli rispondevo ‘Non la amo’”. Così Giovanna Venturini, 54 anni, ex segretaria di Carlo Sangalli, presidente Confcommercio, torna sulle accuse di molestie in un’intervista al Corriere della Sera. “Ha sempre avuto l’abitudine, quando arrivava in ufficio a Roma, di cambiarsi. Iniziò togliendosi la camicia davanti a me, poi i pantaloni, poi diceva che aveva un dolore a una spalla e aveva bisogno di un massaggio e che si sentiva tanto solo. Finché tentò di baciarmi…”, racconta la donna, sposata, spiegando perché decise di non denunciarlo in quel momento: “Fino a pochi mesi prima per me era stata la persona più buona del mondo. Ero paralizzata, avevo timore e rispetto di un superiore che avrebbe anche potuto farmi passare per pazza”.
La donna racconta di “essersi ammalata nel fisico e nella mente. La situazione mi lacerava dentro”. Quando poi un superiore, Angelo Bafundi, si accorse che stava male. “Gli raccontai tutto, mi disse di parlare anche con il direttore generale Francesco Rivolta e registrare quando ero sola con il presidente altrimenti non sarei stata creduta. Non volevo creare problemi, fare denunce, non volevo niente. Solo che finisse tutto. Il 4 aprile 2012 poggiai il cellulare che stava registrando sulla scrivania di Sangalli e gli dissi ‘non posso più lavorare per lei, non ce la faccio più a sostenere questa situazione tra noi'”..Quando diventa la segretaria di Rivolta “pensavo fosse finita. Ma pian piano cominciai a sentirmi perseguitata. Non ero più gradita”. La donna nega di aver avuto una relazione con Rivolta, “mio marito ha sempre saputo dell’ottimo rapporto di stima, affetto e riconoscenza che ho con Rivolta il quale ha vissuto la tragedia della mia vita”.