Si è svolto presso la sede napoletana di Confesercenti, l’incontro tra il procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, e gli imprenditori del territorio sui temi della sicurezza legata alle imprese. Ha fatto gli onori di casa Vincenzo Schiavo, presidente Confercenti Napoli e vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno.
Il procuratore Gratteri ha ascoltato le testimonianze di chi tutti i giorni fa impresa a Napoli, sfidando delinquenza e difficoltà di ogni genere, e ha parlato di strategie e possibili soluzioni per affrontare le sfide della criminalità organizzata a Napoli.
Tra gli altri, erano presenti Luigi Cuomo, presidente nazionale di Sos Impresa, alcuni imprenditori che hanno denunciato il racket, tra cui Salvatore Di Matteo ed Enzo Amoroso, e i rappresentanti di tutte le federazioni di categoria di Confesercenti provinciale e regionale.
NICOLA GRATTERI: “Il senso della mia presenza oggi in Confesercenti è quello di parlare direttamente ai commercianti e dirgli che la Procura c’è, che le forze dell’ordine ci sono e che da parte nostra ci sono porta aperte per venire a denunciare o a confrontarsi e per capire se ci sono i margini per avere poi, come prodotto finale, una migliore vivibilità del mondo dell’imprenditoria di cui ce ne potremmo avvantaggiare tutti. Lo so bene che molti imprenditori sono vessati da estorsioni o usura.
La carenza di organico, uomini e mezzi, rallenta la macchina della giustizia, questo è vero. Quando però c’è qualcosa di concreto e di urgente, oppure quando l’imprenditore può essere sovraesposto, è ovvio che da parte mia e dei miei magistrati ci sarà il massimo della collaborazione e dell’attenzione. Se la gente non denuncia, non è perchè è omertosa o masochista. La gente spesso non parla perchè non sa con chi parlare, perchè non si fida. E questo significa che noi non siamo ancora credibili o efficienti. Dobbiamo, dunque, essere noi uomini delle istituzioni a dimostrarci seri, credibili ed efficienti.
Io parlo con tutti, sono per il dialogo. Per me è fondamentale che ci sia un rapporto di fiducia tra l’imprenditore e il magistrato o forze dell’ordine. L’imprenditore rischia la vita e la sua attività quando denuncia e per questo deve aver fiducia in giudici e polizia. Per me risolvere un problema vostro, uscendo dalla cappa dell’usura o del racket, mi gratifica per qualsiasi tipo di rinuncia che ho dovuto fare.
Io ci sono sempre per gli imprenditori. Per voi. Sono sempre a disposizione per ascoltarvi sempre. A qualsiasi ora del giorno, di mattina, pomeriggio o sera. Ci sono. Sempre. Quindi, in questo senso, nessun alibi per non denunciare. Poi, sarà mia cura affidarvi alla polizia giudiziaria capace, e a Napoli il livello è altissimo. Garantisco serietà e abnegazione in questo lavoro. Il mio ufficio è aperto, sono a disposizione per tutti voi. Non avete alibi. Ho esperienza anche in Calabria con la malavita. Se avete amici in difficoltà invitateli a venire a farsi una chiacchiera con me. Sappiate che da oggi in poi avete una opportunità in più”.
VINCENZO SCHIAVO: “Ringrazio il procuratore Gratteri per questo incontro di oggi in che avvicina lo Stato agli imprenditori napoletani che troppe volte si sono sentiti abbandonati. Il messaggio che parte oggi da Confesercenti è: non abbassate la testa, denunciate, perchè lo Stato c’è. E’ fondamentale avvicinare l’impresa, l’economia sana di Napoli alle istituzioni cittadine. Il dottor Gratteri ha dato un chiaro messaggio a tutti: ha sacrificato la sua stessa vita per lo Stato. Io sono certo che possa essere un esempio anche per gli imprenditori napoletani. Che questo confronto di oggi in Confesercenti riesca a dare coraggio a tanti esercenti del nostro territorio che spesso percepiscono lo Stato come qualcosa di molto lontano. La forza del procuratore Gratteri potrebbe diventare quel collante tra gli imprenditori napoletani, le istituzioni e l’economia sana. Le imprese chiedono la possibilità di comunicare con le istituzioni. Hanno bisogno di risposte concrete e rapide. I personaggi che vanno dall’esercente a pretendere il racket o che lo obbligano a comprare determinati prodotti, non attendono. Gli imprenditori molto spesso rimangono da soli e la conseguenza è che abbassano la testa e si piegano al volere di questi delinquenti. L’imprenditoria sana della nostra città perde milioni di euro ogni anno a causa della criminalità. Il fenomeno racket a Napoli è ancora molto presente. Molti imprenditori decidono di conviverci per sopravvivere quando non trovano le istituzioni a supportarli”.
LUIGI CUOMO: “Il numero di denunce di racket ed estorsioni a Napoli è leggermente aumentato ma è ancora insufficiente rispetto alla quantità di reati che noi percepiamo e sappiamo esserci. Tuttavia, se il numero di denunce è basso, forse è anche responsabilità della stessa magistratura e delle forze dell’ordine che, su questo territorio, potrebbero e dovrebbero fare di più. Una vittima di usura, quando denuncia non riesce a intercettare la giustizia in tempi utili. Spesso il riscontro giudiziario arriva dopo anni. Gli ultimi maxi blitz delle forse dell’ordine a cui abbiamo assistito, risalgono a fatti criminale accaduti 3 o 4 anni fa. Questo non incoraggia le vittime. Una denuncia di un imprenditore vittima di racket o usura esige un riscontro tempestivo. Questo confronto di oggi con il procuratore Gratteri ci lascia molto ben sperare in questo senso. C’è la necessità di dare forza a quegli imprenditori che si sentono soli”.