Confesercenti: Si lavora fino al 12 giugno per pagare le tasse

Occorrono 162 giorni di lavoro per pagare ‘il debito’ che ogni lavoratore ha con il fisco. Il “Tax Freedom Day”, negli ultimi venti anni, si allungato di un circa un mese e mezzo: da maggio si è passati al 12 giugno. L’allarme è contenuto in uno studio pubblicato dalla Confesercenti sulla situazione della pressione fiscale in Italia. Secondo Confesercenti “l’abbassamento della pressione fiscale è più che mai una priorità che non può essere risolta con qualche misura tampone. Le risorse – insiste Confesercenti- vanno trovate tagliando la spesa pubblica. Gli sprechi, le spese inutili, i troppi livelli istituzionali producono uno sperpero enorme di denaro pubblico. Si può cominciare a risparmiare molto con il rigore ed una coraggiosa riforma. E’ strumentale ogni tentativo di prendere tempo: bisogna cominciare subito per favorire la ripresa”. L’Italia è il paese delle tasse, delle troppe tasse. Il record, negativo, della pressione fiscale nel 2012 al 44% sarà subito infranto questo anno con un aumento di circa mezzo punto percentuale portando l’asticella delle tasse al 44,4%. E il futuro è sempre più nero. Secondo l’associazione presieduta da Marco Venturi la “maledizione” del 44%, decimo più, decimo meno, accompagnerà i contribuenti italiani almeno fino al 2017.

L’Italia, inoltre, ha il primato, sempre negativo, in Europa nel ‘total tax rate’ (somma delle imposte sul lavoro, sui redditi d’impresa e sui consumi), con il 68,3%. Praticamente il doppio  dei livelli di Spagna e Regno Unito e del 21,5% in più rispetto al tasso registrato in Germania. Il Bel Paese si piazza ai gradini più alti tra i paesi del Vecchio Continente quanto a numero di ore necessarie per adempiere agli obblighi fiscali: sono ben 269.  2,5 volte il Regno Unito, il doppio dei paesi nordici (Svezia, Olanda e Danimarca) e della Francia, un terzo in più rispetto al Germania. Ma le cattive notizie non sono finite. L’Italia, con un valore pari allo 0,4, si colloca agli ultimi posti tra i paesi Ocse nella graduatoria di efficienza della Pubblica Amministrazione.

Secondo Confesercenti, questa impennata della tassazione è stata aggravata anche dalla finanza locale: all’ombra del federalismo, è la denuncia, si sono registrate “abnormi impennate del prelievo”. Un cittadino medio, per fronteggiarla, ha dovuto impegnare una quota crescente dei frutti del proprio lavoro: se nel 1990 le imposte locali assorbivano l’equivalente di meno di 8 giorni di lavoro annuale, nel 2002 l’impegno risultava triplicato e nel 2013 finirà per toccare i 26 giorni. “Una crescita, insomma, di quasi il 250% in poco più di venti anni”.

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