Confindustria critica il contratto di governo di Lega e M5S e boccia,almeno per ora, il Def scritto dall’esecutivo gialloverde. Per il centro studi di Confindustria senza coperture credibili delle voci più importanti del contratto di governo si potrebbe profilare un doppio rischio: ex post il rapporto deficit Pil sia più alto del 2,4% e che per sostenere le misure di welfare previste dall’accordo Lega-M5S si debbano in futuro aumentare le tasse. Gli imprenditori sono preoccupati degli effetti negativi che potrebbero aversi in futuro se la manovra non subisse qualche correzione.
Per il CsC l’aumento del deficit serve per avviare parti del contratto di Governo di sostegno al welfare, come su reddito di cittadinanza o pensioni, poi “molto difficili da cancellare se non in situazioni emergenziali. Ciò potrebbe portare a più tasse in futuro e ad aumentare il tasso di risparmio già oggi”. Dunque, secondo Confindustria “anche accrescere l’obiettivo di deficit programmato al 2,4% difficilmente consentirà di avere margini per attuare le misure di policy delineate dal Governo. Servono coperture credibili e un’ampia manovra lorda che includa una rimodulazione delle spese e delle entrate. Inoltre sono contrari all’abolizione della legge Fornero perché intervenire, ora, sulle pensioni “renderebbe necessario aumentare il prelievo contributivo sul lavoro”.