Confindustria e recessione

Confindustria alza le stime di crescita dell’Italia per il 2015, ma mette in guardia il Governo da facili entusiasmi perché l’orizzonte resta denso di nubi, a cominciare dalla situazione di stallo tra la Grecia e i creditori internazionali. Il fallimento di Atene, potrebbe contagiare l’intera Europa, facendo deragliare l’economia del vecchio continente. Nonostante tutto, i segnali rilevati dal centro studi dell’associazione degli industriali, sono incoraggianti, perché secondo Confindustria il Pil nel 2015 salirà dello 0,8 % per poi toccare +1,4% nel 2016. “I venti a favore ci sono, e sono forti” , la svalutazione dell’euro, il basso prezzo del petrolio, la riduzione dei tassi di interesse e una maggiore domanda interna nell’euro-zona, infatti, calcolano gli economisti di viale dell’Astronomia, potrebbero sortire un effetto potenziale e complessivo sul Pil del 2% quest’anno e dell’ 1,2% nel 2016. Pesano sullo scenario anche alcuni fattori di rischio che vanno dal credit crunch, all’alta disoccupazione, dalla redditività ai minimi, ad un costo del lavoro penalizzante; che rendono poco reattivo il Paese. Confindustria però non cede al pessimismo, le “ forze negative” finiranno per cedere il passo alle “ forze positive”, con un’intensità di recupero dell’economia italiana “modesta”, rispetto alle opportunità fornite dal quadro esterno e alla velocità richiesta per recuperare in tempi ragionevoli il terreno perduto dal 2007. Di questo passo, infatti, l’Italia tornerà ai livelli di Pil di 8 anni fa nel 2022. Per questo è di vitale importanza, portare a termine tutte le riforme e innalzare il tasso di crescita al 2,5% annuo. L’economia italiana, comincerà lentamente a migliorare. Continueranno ad aumentare i consumi delle famiglie +0,6 % nel 2015 e +1,2 % nel 2016. In risalita, anche l’occupazione che si rafforzerà nella seconda metà del 2015, riportandosi ai livelli di fine 2012, per consolidarsi nel 2016, registrando un aumento in termini di posti di lavoro rispettivamente del +0,5 % e del + 1% . Proseguirà, stima sempre il Centro studi, anche il consolidamento dei conti pubblici, perché il rapporto deficit/Pil, scenderà al 2,7% nel 2015 e al 2% nel 2016. Quanto sopra descritto, può essere definito come un quadro di crescita, anche se moderata che potrebbe trovare maggiore slancio, nel momento in cui il Governo tenesse il punto su tutte le riforme strutturali annunciate. La ricetta fornita da Confindustria, per favorire la crescita è quella di stimolare la produttività, allineare meglio la dinamica dei salari alla produttività, promuovere la concorrenza nei mercati dei servizi, favorire lo sviluppo del Meridione con investimenti, ma soprattutto con lo Stato che fa lo Stato nella scuola, nell’ordine pubblico, nella sanità ; mettere a punto, contro la povertà, uno strumento di sostegno al reddito, condizionato a comportamenti virtuosi.

Fabio D’Amora

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