Il rapporto del Centro Studi Confindustria sul PIL. Nel documento si precisa come la “crescita dell’Italia non supererà il +0,1% nel 2019 rispetto all’anno precedente“.
La dinamica debole dell’industria – precisa la Confederazione citata dall’ANSA – frena il PIL italiano anche nei mesi estivi, dopo la stagnazione stimata nel secondo semestre.
Confindustria si è soffermato anche sul momento dell’industria italiana: “Si rileva una diminuzione della produzione industriale dello 0,6% in luglio su giugno. Nel secondo trimestre l’attività diminuisce dello 0,6% sul primo e nel terzo la variazione acquisita è di -0,1%“. Il Centro Studi, inoltre, ha confermato che “sia la domanda interna che quella estera si sono indebolite. Nel terzo trimestre si stima una sostanziale stagnazione della produzione, dopo il calo rivelato nel secondo. La debolezza dell’attività industriale contribuisce a frenare il PIL anche nei mesi estivi dopo la stagnazione stimata per il secondo trimestre“.
Il Centro Studi nei suoi documenti ha parlato di una crescita non superiore del +0,1% rispetto all’anno precedente. Numeri, sicuramente, inferiori rispetto alle aspettative del Governo che sperava in cifre decisamente superiori. Si tratta naturalmente di stime che devono essere confermate nei prossimi mesi. La maggioranza giallo-verde spera di riuscire ad invertire la tendenza nel secondo semestre ma i numeri al momento non lasciano presagire notizie positive. E sicuramente i litigi tra Lega e M5s non facilitano il rilancio del nostro Paese. E nelle prossime settimane sono attesi anche gli studi delle altre agenzie di rating che dovrebbero confermare quanto detto anche da Confindustria. L’Italia spera in una ripresa economica ma le previsioni non sono delle migliori.