Contratti, lavoro, welfare, investimenti: questi i temi al centro del confronto tra il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini e il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in occasione della tre giorni “Futura. Lavoro, ambiente, innovazione”, promossa dalla Cgil, al Teatro Brancaccio di Roma. “Ci troviamo in un momento storico molto particolare, stiamo tutti vivendo la drammaticità di questo momento, il tema dell’inclusività è un tema fondamentale oggi, in un rapporto di interlocuzione, anche duro, credo oggi ci sia la necessità di mettersi intorno ad un tavolo per un ‘patto per ‘Italià al di là delle differenze troviamo delle soluzioni per il Paese”, ha detto Bonomi. “E’ il momento delle responsabilità, noi come Confindustria abbiamo una grande responsabilità, attraverso la nostra capacità di dialogo, di confronto, credo che passeranno le sorti del paese”.
Parole che trovano d’accordo Landini: “Questo cambiamento o si fa insieme o non si fa. Penso che oggi è il momento di investire sul lavoro, il rinnovo dei contratti sia nel pubblico che nel privato è un elemento di investimento su lavoro e crescita del Paese”.
In merito alla questione contratti il presidente di Confindustria ha ricordato che “metà dei contratti sono stati rinnovati sotto la mia presidenza. Come il contratto della sanità privata fermo da 14 anni. Anche ieri è stato firmato quello delle telecomunicazioni fermo dal 2014. Sembra che i contratti non vengono rinnovati, ma i numeri dicono che non è così, sul tema della rappresentanza noi dobbiamo portare avanti gli accordi presi nel ‘patto della fabbricà. Lo strumento ce lo siamo dati, portiamolo avanti. Decontribuzione dei salari? Non credo sia quella la strada, la mia idea è quella di stare sul welfare aziendale: mettere più soldi in tasca agli italiani è corretto ma non è detto che si trasformi in consumo, anzi in questo momento emergenziale i risparmi sono aumentati”.
Landini riconosce come “la sigla di alcuni contratti come quelli sulle telecomunicazioni, legno, gomma-plastica sono segnali importanti che indicano lo sblocco di una situazione totalmente ferma. Ma restano 12 milioni di persone in attesa di rinnovo: metalmeccanici, multiservizi, commercio, tessili, non si possono allungare ancora i tempi”.
Il segretario della Cgil denuncia che “c’è stata una precarietà senza precedenti, sarebbe ora di pensare ad nuovo Statuto dei diritti per i lavoratori. Poi sulla rappresentanza c’è il nodo dei contratti pirata, servono provvedimenti legislativi. E’ importante riconoscere che i contratti sono validi se chi li firma è rappresentativo” e che “il nostro Paese in questi anni non ha fatto sistema”.
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