Thomas Lubanga, militare della repubblica Democratica del Congo, imputato per crimini di guerra nell’ambito della Seconda Guerra del Congo, è stato condannato dalla Corte penale internazionale a 14 anni di reclusione. Il 14 marzo Lubanga era stato riconosciuto colpevole dai giudici della stessa corte di crimini di guerra per aver arruolato bambini al di sotto dei 15 anni e averli utilizzati negli scontri a fuoco che hanno messo in ginocchio il Congo. L’accusa aveva chiesto una condanna a 30 anni di reclusione. Quella di oggi è la prima condanna, presa a maggioranza, pronunciata dalla Corte che arriva a sentenza definitiva. L’ex capo della milizia, durante laSeconda Guerra del Congo, fu comandante militare e “ministro della difesa” dei filo-ugandesi, fondò un altro gruppo ribelle, l’Unione dei Patrioti Congolesi(UPC). Il gruppo, venne accusato dalla Human Rights Watch – un’organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, con la sua sede principale a New York -, di “massacri etnici, uccisioni, torture, stupri e mutilazioni”, nonché del reclutamento dibambini soldato. Le organizzazioni di diritti umani, sostengono che Lubanga è arrivato ad avere 3.000 bambini-soldato tra 8 e 15 anni ed avrebbe ordinato ad ogni famiglia nell’area sotto il suo controllo, di aiutare lo sforzo bellico donando qualcosa: soldi, una mucca, o un figlio da arruolare nella sua milizia.