Un momento del 13/o Congresso mondiale delle famiglie, in programma fino a domenica a Verona 29 marzo 2019. ANSA/FILIPPO VENEZIA

Congresso Famiglie a Verona e Gandolfini: “Dal 1978 uccisi 6 milioni di bimbi con l’aborto”

In Italia, dal 1978 a oggi, sono stati uccisi sei milioni di bambini e ne sono stati salvati 200mila. Li ha salvati ad esempio il Movimento per la vita. Ecco lo Stato ha tradito se stesso. “. Lo ha detto Massimo Gandolfini, leader del Family day, a margine del Congresso internazionale delle Famiglie di Verona, parlando dell’aborto. “Da un’unione donna donna e uomo uomo, non nasce una vita, per cui non possono essere genitori. Siamo inoltre convintamente contrari alla maternità surrogata e all’utero in affitto, pratica incivile”, ha aggiunto Gandolfini, a margine del Congresso internazionale delle Famiglie di Verona.

Sull’aborto “c’è una legge nazionale che va applicata, e spero che venga applicata completamente, soprattutto nella prima parte”. Lo ha affermato a Verona il sen. Simone Pillon (Lega) a margine del Congresso delle famiglie. “A me interessa – ha aggiunto – che venga applicata tutta la legge 194, che parla di tutela della donna e della gravidanza soprattutto nella prima parte. Credo che si debba applicare anche quella”.

Quella sul Congresso sulla famiglia di Verona è una “polemica costruita sul nulla dalla sinistra”, secondo il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Andrò a ribadire la libertà di scelta di tutti e per tutti – ha detto al suo arrivo in prefettura a Milano -: le conquiste sociali non si toccano, non si discute sulla revisione dell’ aborto del divorzio, della libertà di scelta per donne e uomini”. “Si ragiona su come aiutare le famiglie italiane: mamme e papà, coi bimbi e coi nonni e uscire da una situazione di povertà che a volte, dopo la nascita di un figlio, ti entra in casa”, ha concluso Salvini.

“Noi non arretriamo. Per quanto ci riguarda è una manifestazione fortemente ideologizzata, chiaramente di estrema destra”. Così il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha parlato del Congresso delle famiglie in corso a Verona. A questo congresso “ci sono alcune tipizzazioni abbastanza negative, perché si paragona, a detta di alcuni relatori, l’omosessualità al satanismo: questa è quella che mi fa un po’ più ridere, se mi permettete – ha aggiunto -, perché è ai limiti del ridicolo ed è ovviamente priva di qualsiasi fondamento scientifico”.

La senatrice del M5S Tiziana Drago si è presentata a sorpresa sul palco del 13/o Congresso mondiale della famiglia di Verona, ‘violando’ il diniego alla partecipazione all’incontro pronunciato nei giorni scorsi dal vicepremier Luigi Di Maio. “Ho ricevuto l’invito tempo fa – ha detto, accolta da un applauso – e ci ho pensato. Auspico che su questi temi ci sia un dialogo”. “Non è stato facile venire qui e voglio dire – ha spiegato – che è stata una scelta personale. Il M5s non è una realtà politica legata solo alle dichiarazioni di questi giorni, ci sono anche senatori e deputati che hanno apertura verso la famiglia tradizionale. Bisogna tutelare i diritti di tutti, e quelli dei bambini vanno al primo posto”.

Congresso Verona, D’Arrando: “Non torniamo al Medioevo”

La tre giorni è stata accompagnata da polemiche politiche e non solo: le accuse di chi contro-manifesterà sabato parlano di evento medioevale, di una visione che tende a sminuire il ruolo della donna. I promotori, da parte loro, assicurano che si tratta di un Congresso in cui trionferà il modello della famiglia tradizionale, quella composta cioè da un uomo e una donna, tutto “in linea con i principi della Costituzione”. Ma i Cinquestelle lavorano a una “risposta” che andrà in contemporanea con la kermesse veronese e riunirà a Roma, negli studi di Cinecittà, circa 600 giovani: sul palco, il vicepremier Luigi Di Maio e il ministro alle Pari Opportunità Vincenzo Spadafora; tema, i giovani e il futuro.

Il Congresso di Verona, del resto, ha visto spaccarsi nettamente su due posizioni contrapposte le due anime del governo, il M5s, contrario e assente dai lavori, e la Lega che a Verona è in forze con ben tre ministri. Con una battaglia che è proseguita fino a qualche giorno fa e che ha visto alla fine la vittoria di chi ha preteso che venisse tolto il patrocinio di Palazzo Chigi, ovvero il M5s e il premier Giuseppe Conte.

 

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