Congresso nel Pd, tra Bonaccini e valutazione di Giorgia Meloni

Nel Pd si apre l’ennesimo congresso interno per stabilire cosa si può e cosa non si può dire sull’avversaria Meloni.

Bonaccini, che nei sondaggi  comincia a perdere terreno a favore delle tesi da sinistra radicale della Schlein,  è adiratissimo contro chi lo ha accusato di connivenza col nemico. “La Meloni? – osserva – I cittadini hanno deciso loro chi andava al governo. Ora si discute su una dichiarazione estrapolata ma ci siamo capiti. Io voglio che si vinca nelle urne e non nei talk show o sui giornali, cosa che a troppi del gruppo dirigente è piaciuta in questi anni. E infatti al governo è andata la Meloni…”.

Realmente ingeneroso e insussistente il giudizio di Bonaccini su Giorgia Meloni. Gli basterà ricordare che FdI  segna un ulteriore  record anche per quanto riguarda i voti ricevuti, non solo per la percentuale ottenuta. Quest’ultima, attestata al 25,1%, ha visto un balzo di oltre 21 punti rispetto alle regionali del 2018, quando il partito del premier si fermò sotto il 4%. Non sono da meno i numeri assoluti: in Lombardia 5 anni fa votarono per FdI 190.838 cittadini, oggi sono stati 725.402. Il secondo partito della regione è il Pd con il 21,8%, ovvero circa il 2,5% in più rispetto al 2018. I dem, però, hanno davvero poco di cui rallegrarsi, perché quella che sembra una crescita in realtà nasconde la perdita di ben  379.786 voti. Dunque, gli elettori Pd in Lombardia in cinque anni sono scesi da 1.008.560 a 628.774. Questa indiscutibile realtà poco ha a che fare con i talk show.  Da considerare che la Lega perde tredici punti (da 29,6% a 16,5%) e passa da 1.553.798 elettori a 476.175. Dimezza i propri consensi Forza Italia che ottiene il 7,2% (aveva il 14,3% nel 2018). Il partito di Silvio Berlusconi ottiene 208.420 voti contro i 750.739 delle ultime regionali. Lombardia Ideale – Fontana presidente è l’unica lista, insieme a FdI, che aumenta i consensi: guadagna poco meno di 100mila nuovi elettori, passando da 76.6410 voti a 177.387. Perde, invece, 14 punti il Movimento 5 Stelle che resta sotto il 4% (era al 17,8% nel 2018). Gli elettori lombardi dei 5 Stelle sono 113.229, 820mila in meno rispetto a cinque anni fa quando sfiorarono il milione (933.382).

Ma come comportarsi con l’avversaria Meloni? Insultarla, dire che non è femminista come fa Elly Schlein o come ha fatto Debora Serracchiani rendendosi ridicola? Accusarla di fascismo? Darle dell’incapace o della reginetta di coattonia? Tutto sbagliato, tutto da rifare. A emettere la sentenza è Valter Veltroni, l’ex segretario dem che evitava pure di nominarlo l’avversario Silvio Berlusconi. Intervenendo alla presentazione di un libro Veltroni afferma che «la sinistra che torna e quella che si camuffa non costituiscono un’alternativa credibile alla destra che ha trovato, con Giorgia Meloni, una leader determinata. E non sarà delegittimando gli avversari e parlando solo di loro che si crescerà, lo si dovrebbe aver capito». Liberarsi, dunque, della tentazione stalinista di demonizzare l’avversario. Ma lo capiranno?

FdI ha guadagnato in Lombardia oltre mezzo milione di voti rispetto alle regionali di 5 anni fa; il Pd ne ha persi quasi 380mila, nonostante le percentuali parlino di una crescita di circa 2 punti. È quanto emerge da un’analisi del voto svolta da Palazzo Pirelli e che restituisce anche i numeri assoluti usciti dalle urne, consentendo quindi una più puntuale interpretazione del risultato elettorale.

Come sono andati gli altri partiti in numeri assoluti. Le differenze con la Schlein? “Quasi tutto il gruppo dirigente di questi anni sta con lei e non con me. Noi non dobbiamo allontanare nessuno, ne abbiamo allontanati troppi, dobbiamo richiamare. Ma il gruppo dirigente va assolutamente cambiato”, è quanto afferma Bonaccini.

La Lega perde tredici punti (da 29,6% a 16,5%) e passa da 1.553.798 elettori a 476.175. Dimezza i propri consensi Forza Italia che ottiene il 7,2% (aveva il 14,3% nel 2018). Il partito di Silvio Berlusconi ottiene 208.420 voti contro i 750.739 delle ultime regionali. Lombardia Ideale – Fontana presidente è l’unica lista, insieme a FdI, che aumenta i consensi: guadagna poco meno di 100mila nuovi elettori, passando da 76.6410 voti a 177.387. Perde, invece, 14 punti il Movimento 5 Stelle che resta sotto il 4% (era al 17,8% nel 2018). Gli elettori lombardi dei 5 Stelle sono 113.229, 820mila in meno rispetto a cinque anni fa quando sfiorarono il milione (933.382).

Noi Moderati – Rinascimento è rimasto stabile: quest’anno ha ottenuto l’1,1% contro l’1,2% del 2018 quando si presentò come Noi con l’Italia – Udc. Ha tuttavia ridotto del 50% i propri voti passando da 66.381 voti a 33.711. Tra le nuove liste presenti alle regionali 2023, per cui è impossibile in confronto con il 2018, la lista Letizia Moratti presidente ha ottenuto il 5,3% (152.652 voti), Azione – Italia Viva il 4,2% (122.356 voti), Patto Civico – Majorino presidente il 3,8% (110.126 voti), Alleanza Verdi e Sinistra il 3,2% (93.019 voti) e Unione Popolare l’1,3% (39.913 voti).

Guardando poi ai territori, FdI è il primo partito in nove province (Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Monza Brianza, Pavia e Varese) su dodici con percentuali che vanno dal 29% di Mantova al 23,2% di Lecco. La Lega è prima in due province, a Como con il 24,1% e Sondrio con il 28,6%, mentre il Pd è primo a Milano con il 24,9%, un punto in più di Fratelli d’Italia. Forza Italia supera il 10% solo a Brescia (10,3%) e si avvicina a Pavia (9,3%); il Movimento 5 Stelle ottiene il suo miglior risultato a Milano dove sfiora il 5% (4,9%); Lombardia Ideale – Fontana presidente è sopra al 9% in tre province (Cremona, Sondrio e Varese) e arriva all’otto e mezzo a Lodi. La lista Letizia Moratti presidente è oltre il 6% solo in due province, Milano e Sondrio, mentre Azione – Italia Viva registra la sua migliore performance a Lecco con il 5%. Il Patto Civico, la lista di supporto a Piefrancesco Majorino, va sopra al 6% a Milano e sopra il 5% a Monza Brianza.

Numeri che si traducono in seggi in Consiglio regionale. Fratelli d’Italia ne conquista 22, 19 in più rispetto alla precedente legislatura. Due seggi in più per il Pd che con 17 sarà il secondo gruppo dell’assemblea lombarda (erano 15 nel 2018). Il terzo partito in doppia cifra è la Lega con 14 seggi (ne aveva 28). Forza Italia ne conquista 6 (8 in meno rispetto ai 14 del 2008), mentre la lista Lombardia Ideale – Fontana presidente ne ottiene quattro in più passando da 1 a 5. Il Movimento 5 Stelle perde dieci seggi scendendo da 13 a 3, mentre resta stabile Noi Moderati – Rinascimento con un seggio. Entrano per la prima volta in Consiglio regionale la lista Letizia Moratti presidente (4 seggi), Azione – Italia Viva (3 seggi), Patto Civico – Majorino presidente (2 seggi) e Alleanza Verdi e Sinistra (1 seggio).

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