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“La politica continua a occuparsi di gare e appalti. La corruzione nasce qui. Si valuti, a prescindere dagli interventi giudiziari, se sono compatibili con ruoli di responsabilità per il Paese”. Così in un’intervista a La Repubblica il presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone commenta la vicenda Consip e di Romeo. “Vicende come quelle di Consip non saranno certo le ultime che emergeranno in questo Paese. La corruzione è tutt’altro che vincibile domani o dopodomani”, dice Cantone, il quale poi respinge ogni sospetto sul tentativo di coinvolgerlo nella vicenda, come emergerebbe da alcune intercettazioni di Italo Bocchino: “Sui giornali ho letto cose fantasiose, per esempio che mi avrebbe cercato Fini, falso perché per telefono non ci ho mai parlato, né l’ho mai incontrato tranne in un’occasione pubblica in cui ci siamo appena salutati. Quello poteva essere il loro intendimento, ma non ci sono riusciti. Su questo sfido chiunque a dimostrare che il tentativo di avvicinamento a me sia anche solo iniziato. Da quando sono magistrato sono attentissimo alle frequentazioni, non vado a feste, pranzi o cene con nessuno. I rapporti istituzionali sono sempre pubblici o passano per l’Anac”.
E le parole del presidente dell’anca hanno ricevuto subito il plauso di Enrico Rossi (Mdp): “Raffaele Cantone, autorita’ nazionale anticorruzione, dice che per battere la corruzione la politica deve star fuori dagli appalti. Giusto”, sottolinea su facebook il presidente della regione Toscana, commentando l’intervista che il presidente dell’Anac ha rilasciato al quotidiano ‘La Repubblica’. “Io penso- prosegue- che per le gare, le aste e per i concorsi la linea politica e’ semplice: vinca il migliore. La politica riacquisterebbe credibilita’ e avrebbe molto piu’ tempo per occuparsi dei problemi dei cittadini. Questo oggi e’ il cuore della questione morale”.
