Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante le celebrazioni del Giorno del Ricordo delle vittime delle Foibe presso l'aula del Senato a Roma, 10 febbraio 2020. ANSA/CLAUDIO PERI

Conte al Senato, tra Mes e Recovery Fund

A poco più di 24 ore alla chiusura di un Consiglio Europeo decisivo per il futuro dell’Unione emergono i primi retroscena di quanto successo nelle segrete di Bruxelles. E, secondo il ‘Corriere della Sera’, al vertice il premier Conte è stato protagonista di una dura arringa per ottenere il sì al Recovery Fund. “Non potete farci questo giochino che prima ci date i soldi e poi ci torcete il braccio – avrebbe detto il presidente del Consiglio – non ci potete umiliare, in Italia ci torniamo in piedi“. E ancora: “Questa cosa la dobbiamo fare anche per tutte le persone che per questa pandemia sono morte“.

Nella discussione finale il premier Conte avrebbe ribadito il proprio no al Mes giudicando “irrealistico e inopportuno” aggiungere il Meccanismo Europeo di Stabilità dopo l’aggiunta dei 38 miliardi di euro alla cifra che entrerà nelle casse italiane.

Una arringa finale che ha portato alla vittoria da parte del presidente del Consiglio con un “sono orgoglioso di questo risultato, sono orgoglio di essere italiano”, poco prima di riprendere l’aereo per Roma dove ha incontrato il presidente Mattarella.

In realtà neanche il tempo di tirare un sospiro di sollievo per il buon risultato ottenuto in Europa sul Recovery Fund ed incassare gli applausi e gli elogi  del presidente della Repubblica, dei leader della maggioranza e persino di una parte dell’opposizione, per il Premier Conte è già tempo di pensare ad un’altra grana.

A Palazzo Madama, Conte – accolto dagli applausi dai banchi della maggioranza, ha esordito con queste parole: ‘Si è trattato di un vertice straordinario anche in termini di complessità. L’intesa raggiunta rappresenta senza dubbio un passaggio fondamentale che ci spinge ad affermare che l’Ue è stata all’altezza della sua storia. Un intenso impegno politico e diplomatico iniziato ben prima del vertice ha consentito di vedere confermato il volume complessivo della proposta: 750 miliardi di euro, quindi la proposta è rimasta integra”.

Per l’Italia dunque 209 miliardi, ma particolare non trascurabile i fondi saranno disponibili solo dal 2021. Troppo tempo per togliere definitivamente dal campo l’odiato MES anche se il Premier resta freddo, pronto a sganciarlo prima possibile. Del resto, il Presidente del Consiglio non ha mai nascosto  che la priorità è e resta il Recovery Fund e un eventuale ricorso al Fondo Salva Stati potrebbe rivelarsi un boomerang, anche e soprattutto politicamente.

Al  netto delle dichiarazioni spesso di facciata,  il fantasma del Mes, però, continua a fare capolino. Lo stesso Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha messo già le mani avanti: “Una linea di finanziamento decennale a tassi vicini allo zero, attivabile immediatamente e priva di alcuna condizionalità se non quella dell’utilizzo delle risorse per far fronte alle spese sanitarie dirette e indirette e a quelle di prevenzione del contagio, è una cosa positiva che di per se concorre a rafforzare la stabilità e la fiducia. Valuteremo insieme l’opportunità di un suo eventuale utilizzo″.

In pressing, Partito democratico e Italia viva, da sempre favorevoli. C’è, invece,  da superare lo scoglio Cinquestelle ed è su questa linea che potrebbe consumarsi il prossimo scontro.

L’intervento del premier al Senato

A Bruxelles, spiega è stata confermata una risposta ambiziosa, adeguata alla posta in gioco. E in questa prospettiva abbiamo lavorato non solo per preservare il nostro Paese ma anche le prerogative delle istituzioni Ue, da alcuni tentativi insidiosi” nei confronti della stessa Europa. Ci sono stati dei momenti in cui la rigidità delle differenti posizioni sembrava insuperabile. Ma anche in quei momenti continuava a maturare la consapevolezza di un profondo senso di responsabilità. Non potevamo fallire, accedere a un mediocre compromesso o rinviare la soluzione. Il risultato non appartiene ai singoli, neppure a chi vi parla, al governo, o alle forze di maggioranza. Appartiene all’Italia intera.

“Desidero ringraziare tutti i ministri che non hanno mai fatto mancare il loro sostegno, una menzione particolare al ministro Amendola che era con me a Bruxelles. E mi sento davvero di ringraziare tutte le forze di maggioranza: avete sostenuto in modo compatto il governo. Però permettetemi di ringraziare l’opposizione che pur nella diversità delle differenze ha capito l’interesse nazionale. La classe politica italiana nel suo complesso ha dato prova di grande maturità. Ringrazio poi tutti i cittadini italiani”.

“Un risultato politicamente rilevante dell’intensa azione politica e diplomatica è che il meccanismo di governance preserva le prerogative della commissione Ue. I piani saranno approvati dal Consiglio a maggioranza qualificata ma singoli esborsi saranno decisi dalla commissione Ue. Anche il freno di emergenza avrà una durata massima di tre mesi e non potrà prevedere un diritto di veto”. Il meccanismo dell’ “unanimità avrebbe imprigionato lo strumento chiave della ripresa in veti incrociati tra Paesi membri. Su questo punto l’Italia ha tenuto la sua linea rossa”.

“Ho ritenuto mio dovere essere qui per riferire sul Consiglio europeo che ha assunto decisioni di portata storica. L’Ue Ha saputo rispondere con coraggio e visione fino ad approvare un ambizioso programma di rilancio. Siamo chiamati ad un forte e profondo impegno per farsi che il percorso riformatore abbia concreta attuazione. Del piano di riforme abbiamo già posto le basi. Il piano della ripresa sarà un lavoro collettivo, ci confronteremo con il Parlamento. Dobbiamo impegnarci anche per aumentare la fiducia nelle istituzioni italiane e nell’Ue”.

Il premier ha spiegato poi che sarà necessario “impiegare in maniera efficiente le risorse, la crisi da Covid ha reso evidente alcune storiche criticità, questo governo si assume la responsabilità di predisporre e realizzare un piano con determinazione e lungimiranza. La credibilità dell’Italia in Ue passa anche dal saper dimostrare di cogliere questa opportunità storica, non farlo sarebbe un errore epocale di cui non potremmo accusare l’Ue”.

“Il fiore della speranza è tornato al centro del giardino europeo”. E’ con una citazione di Jacques Delors che il premier Giuseppe Conte conclude il suo intervento al Senato descrivendo l’importanza dell’accordo raggiunto a Bruxelles.

GLI INTERVENT IN AULA

“Basta soldi per le marchette, i fondi siano spesi per le Infrastrutture e per la scuola perchè fino a quando le scuole non riaprono l’Italia non può ripartire. Noi siamo patrioti ma il nostro giudizio sul governo è pessimo, sino ad ora non ne avete indovinata una”. Lo afferma Daniela Santanchè, senatrice di Fratelli d’Italia nel corso del dibattito dopo l’informativa di Conte.

“L’europa ha fatto bene a differenza del 2012, ma lei e stato bravo e noi gliene diamo atto e se questa è la strada noi saremo al suo fianco e di chi sceglierà sempre l’Europa”. Lo ha detto Matteo Renzi, leader di Iv, intervervenendo in Aula al Senato e rivolgendosi al premier Conte dopo la sua informativa sul vertice Ue. “Adesso il tempo ci riempie di responsabilità non abbiamo piu alibi. O faremo scelte coraggiose o saremo portati via dall’onda delle aspettative che abbiamo creato” ha detto Renzi sottolineando che “non c’è stato in 30 anni un governo con queste risorse a disposizione e non ce ne sarà uno nei prossimi 30 anni. E’ un fatto epocale, ha ragione lei quando ha auspicato il coinvolgimento delle opposizioni. Abbiamo uno spazio politico pazzesco, è lo spazio della politica”. Renzi ha quindi citato tre ambiti, il digitale, la moda e la sanità, in cui per l’Italia si aprono opportunità per far fare un salto in avanti al Paese. La sanità nel prossimo decennio avrà bisogno di molti intestimenti “per questo – ha proseguito – la invitiamo a riflettere attentamente sul Mes: i 37 miliardi del Mes hanno una condizionalità inferiore a quelli del Recovery Fund. Invito tutti, trovatemi un presidente di Regione o un candidato che dica no al Mes”.

“Sono stata e sono all’opposizione dell’esecutivo in molti degli atti del governo, ma in questa mia opposizione costruttiva riconosco gli esiti positivi del negoziato. L’accordo è importante, penso che si sia operato in modo costruttivo da mesi il che dimostra che i pugni sul tavolo all’improvviso non servono. Il suo governo però sarebbe stato più forte se avesse portato progetti di riforme definiti e se non ci fosse l’equivoco sul Mes”. Lo afferma la senatrice di Più Europa Emma Bonino nel corso del dibattito dopo l’informativa del premier Conte. “Abbiamo una fame di liquidità enorme tant’è che si pensa ad un nuovo scostamento di bilancio. C’è qualcuno che mi dice che non c’è bisogno di interventi nella sanità o nelle scuole? Basta il recovery fund? No, quello è nel 2021 il Mes invece è ora, e consente anche spese correnti su tema sanitario e istruzione. Io sono convinta che l’Ue ha fatto il suo lavoro, ora tocca a noi, serve la responsabilità italiana”.

“Noi abbiamo ascoltato in religioso silenzio, ora lasciate parlare chi è maggioranza nel Paese . Noi parliamo a nome della maggioranza degli italiani. Presidente Conte lei ha dato le patenti di opposizione brava o cattiva se qualcuno contesta qualcosa non lo fa perché è cattivo ma perché non abbiamo le fette di salame sugli occhi”. Lo afferma il leader della Lega Matteo Salvini a chi lo contestava in Aula.

“Forza Italia apprezza il risultato raggiunto, per l’Europa e l’Italia, e lei ha fatto il suo dovere”. Lo ha detto il senatore di Forza Italia Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo in Aula al Senato dopo l’informativa del premier Conte sul vertice europeo.

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