Il Recovery plan “non sarà il piano di ricostruzione italiano: dobbiamo aggiungere 100 miliardi del bilancio pluriennale europeo, dobbiamo aggiungere i fondi strutturali oltre alle risorse appostate nella legge di bilancio”. Così il premier Giuseppe Conte a Porta a Porta dove, alla domanda di Bruno Vespa se si possano considerare circa 300 miliardi risponde: “Dobbiamo fare i calcoli ma potrebbero essere all’incirca questi se non qualcosa di più”.
“Questo piano deve confermare la piena credibilità dell’Italia: se non riusciremo in questo intento questo governo se ne deva andare a casa, con ignominia”.
Parlando della struttura per il Recovery plan, Conte ha affermato: “La task force, come struttura centralizzata che avrebbe sopravanzato e prevaricato i ministeri, è stata superata perché non è mai esistita. Una struttura di monitoraggio ce la chiede l’Europa, è prevista a pagina 36 delle linee guida dell’Ue per aggiornare l’Europa. Avremo migliaia di cantieri: pensare che non ci sia una struttura di monitoraggio è impensabile”.
“Non possiamo permetterci di ritardare, per questo ho invitato le delegazioni ad affrettare l’esame della documentazione e ritrovarci tra Santo Stefano e capodanno per andare avanti ed avviare poi il confronto con le parti sociali. Non dobbiamo indugiare oltre”. “Abbiamo l’obiettivo di chiudere entro l’anno il documento di aggiornamento sullo stato dell’arte” del Recovery plan. “E’ importante farlo perché poi si potrebbero accumularsi dei ritardi che oggi non ci sono. Poi dobbiamo confrontarci con la società civile e le parti sociali, nuove generazioni, mondo femminile”, ha aggiunto.
Rispondendo a Porta a Porta ad una domanda sul Mes, Conte ha detto: “Negli incontri fatti con le forze di maggioranza abbiamo discusso degli stanziamenti nella bozza del Recovery sulla salute. Si è detto che 9 miliardi sono pochi ma io ho detto a tutti di ragionare sul fatto che molti progetti sono trasversali. Come quando ragioniamo sul capitolo degli efficientamenti degli edifici pubblici o sulla digitalizzazione. Già adesso quindi stiamo parlando di più di 15 miliardi di partenza. Ho detto che siamo disponibili a discutere di rafforzare gli investimenti per la sanità: continuiamo a lavorarci”.
Nell’intervista Conte ha anche parlato del rimpasto. “Se le forze politiche mi chiedono sostituzioni, di rinnovare la squadra, se ne parla e si valuta come, se e perché. Ho fatto un incontro con le forze politiche e tutti si sono sfilati, mi hanno detto che non c’è questa necessità. Se mi verrà detto che c’è, la valuteremo insieme”, ha detto. “Portiamo rispetto a chi dall’inizio della pandemia ha affrontato crisi mai vista prima”.
“Non dico che aria di crisi non c’è stata: dico semplicemente che la crisi non è nelle mie mani. In questi giorni ho parlato poco ma ho sempre chiarito che si va avanti se c’è la fiducia di ciascuna forza che sin qui ha sostenuto la maggioranza. Ho dimostrato in mille occasioni che sono qui a lavorare per l’interesse del Paese”.