È arrivato l’invito del premier Conte ai leader del Centrodestra per il tanto atteso confronto sul piano di rilancio del Paese. Meloni, Salvini e Tajani avevano deciso di non prendere parte agli Stati Generali chiedendo un altro luogo per il colloquio. Il Presidente del Consiglio ha rinnovato pubblicamente l’invito al dialogo fino alla convocazione a Palazzo Chigi, arrivata nella giornata dell’8 luglio.
Il leader della Lega Matteo Salvini ha fatto sapere che non prenderà parte all’incontro con il Presidente del Consiglio “Ho appuntamenti più importanti con lavoratori e operai, da Conte non vado. Prima il signor Conte paga la Cassa integrazione e sblocca i cantieri e poi ne parliamo. Io non vado da nessuno, finché questo chiacchierone non mantiene le sue promesse non vado”.
Salvini ha poi fatto sapere di non aver ricevuto nessun invito, ricostruzione smentita da Palazzo Chigi che, come riferito dal ‘Corriere della Sera’, fanno sapere di aver inviato tutti i partiti del Centrodestra.
La leader di Fratelli d’Italia ha fatto sapere invece di essere intenzionata a confrontarsi con il Presidente del Consiglio e ha annunciato di aver ricevuto l’invito. “È infine arrivato l’invito di Conte a incontrarci per giovedì pomeriggio. Come annunciato andrò a Palazzo Chigi, a rappresentare in una sede ufficiale Fratelli d’Italia e le sue idee, se questa sarà la scelta condivisa dalla coalizione di centrodestra“.
La Meloni ha poi chiesto che l’incontro di giovedì pomeriggio venga trasmesso in streaming.
Non intendo andare a perdere tempo – spiega Meloni -. Considero molto grave che il presidente del Consiglio abbia aspettato la fine dei lavori parlamentari sul Decreto Rilancio per incontrare le opposizioni. Hanno voluto gestire in totale autonomia gli 80 miliardi di deficit aggiuntivo consentito dal Parlamento e lo hanno fatto malissimo, sperperando la gran parte di queste risorse con pessimi provvedimenti o in inutili sprechi, cosa imperdonabile vista la gravità della situazione. Abbiamo fatto centinaia di proposte per tentare di migliorare i decreti Cura Italia e Rilancio. Tutto gettato nel cestino con sufficienza, probabilmente senza neppure leggere gli emendamenti. Non mi è chiaro di cosa voglia parlare ora Conte – prosegue il post – perché noi avremmo voluto parlare di come sostenere le imprese, difendere i posti di lavoro e aiutare i più fragili grazie alle ingenti risorse a disposizione e che ora non ci sono più. Vuole parlare invece del decreto semplificazioni – si domanda Meloni -, del quale non esiste ancora un testo? O forse non vuole, in realtà, parlare di nulla, e incontra le opposizioni come proforma, per rispondere agli appelli del Capo dello Stato? Io penso sia quest’ultima, la verità. Ma se il governo intende davvero cercare una proposta condivisa con noi su temi concreti, a partire dal piano che va presentato in Europa, allora chiedo di discutere sulla base di un documento con proposte puntuali e non su vaghe esternazioni di stampa. Attendo che arrivi questo documento, augurandomi che esista.
Intanto, in un’intervista sul ‘Corsera’, Silvio Berlusconi annuncia sul Mes: ‘Voteremo sì per il bene del Paese’. Se dovesse arrivare in Parlamento il voto sull’utilizzo delle risorse del Mes, Forza Italia voterebbe certamente a favore, ma solo perché – argomenta – è il bene dell’Italia, perché sarebbe assurdo privare proprio in questo momento, solo per fare due esempi, la sanità della Campania di 2.725 milioni e quella della Puglia di 2.450 milioni. Gli schieramenti, le tattiche politiche, le alleanze non c’entrano. Il voto sul Mes non ha alcun significato di politica interna.
Non c’è dubbio che quella sul Mes si profila come una votazione ad alto rischio. La maggioranza, salvo ribaltoni, dovrebbe dividersi o comunque perdere pezzi alla prova del voto. A quel punto FI, che potrebbe giocare un ruolo fondamentale per evitare che la maggioranza vada sotto, sarebbe nelle condizioni di avanzare richieste.
Il leader di Forza Italia è tornato anche a parlare dell’ipotesi di un nuovo governo e del ruolo dei responsabili nel momento in cui le contraddizioni della maggioranza inchioderanno il governo: ‘Sono convinto che le contraddizioni prima o poi si riveleranno insanabili e l’inadeguatezza di questo governo di fronte alla drammaticità dei problemi del Paese indurrà i parlamentari o le forze politiche più responsabili a staccare la spina’.