Giuseppe Conte: «Il campo largo non esiste più», nemmeno in Umbria e in Emilia-Romagna al voto a novembre, là dove accordi erano stati fatti tenendoli al riparo dalle tensioni nazionali, il leader M5S rifiuta di affiancare il proprio simbolo a quello di Italia viva. Alla registrazione di Porta a porta, l’attacco diretto del presidente stellato: «Se dalla segretaria del Pd abbiamo la risposta “io non faccio polemiche”, c’è qualcosa che non va. Non c’è la consapevolezza che stiamo ponendo un problema politico serio». Vuole dichiarazioni definitive, Conte, e una presa di posizione netta contro il fondatore di Italia viva.
Quello che vorrebbe anche Avs e mentre aspetta Schein, Fratoianni scorre sul telefonino le dichiarazioni di Conte, provando a ridimensionarle, ma ammettendo: «Elly mi ha detto che non ha nessun accordo con Renzi e io le credo, non ho dubbi; ma allora dica una parola chiara sulla sua presenza nel campo largo, perché anche io, l’ho detto in tutte le lingue, non lo voglio». Almeno sul piano nazionale: sui territori è un’altra partita, concede Fratoianni, ci sono temi, programmi su cui è più semplice confrontarsi. Ed è quello su cui, finora, ha puntato Schlein. Alle politiche, se non ci saranno novità, si andrà fra tre anni, con una legge elettorale che impone alleanze per essere competitivi nei collegi uninominali: serviranno accordi, ma c’è tempo per costruirli. Nel frattempo, la convinzione della segretaria fin qui è stata quella di dare vita a coalizioni alle elezioni amministrative e nelle Regioni, tentare di seminare un percorso comune, una sorta di situazione di fatto che porti, quando sarà il momento, a guardarsi in faccia e chiedersi: perché mai non dovremmo andare insieme anche a livello nazionale?
Sulle Regionali d’autunno la Schlein spera di poter centrare buoni risultati in Liguria, Umbria ed Emilia-Romagna, per arrivare al «testardamente unitari». Ma il nodo Renzi viene al pettine molto prima del previsto, complici le tensioni interne al Movimento, impegnato nel suo percorso costituente, e le frizioni Pd-Cinque stelle della settimana scorsa sulle nomine Rai. Eppure, la segretaria insiste con il suo ristretto entourage che non cambierà nulla. Elly non si farà trascinare in un botta e risposta quotidiano sull’ex premier, e continuerà a concentrare i suoi interventi e le sue dichiarazioni su lavoro, sanità, autonomia differenziata, gli argomenti che possono interessare gli italiani e su cui peraltro, aggiunge, si possono trovare convergenze tra opposizioni. La Schlein rinvia tutte le baruffe a dopo le Regionali: prima la campagna elettorale uniti, non è il momento di trasmettere messaggi di divisione, evitando di rispondere a Conte, al posto suo lo ha fatto il capogruppo del Pd al Senato Francesco Boccia: «Il campo largo non è mai esistito, esiste il centrosinistra». Il Pd primo partito dello schieramento alle Europee si sente guida di uno schieramento, «un processo politico alternativo alla destra», e chi vuole opporsi a Giorgia Meloni ci stia. Come a Napoli o a Ravenna, dove, fanno notare tra i dem, M5S, Pd, Azione e Italia viva governano già tutti insieme. Senza strappi. Schlein spera nella possibilità di ricucire, visto che per la consegna delle liste emiliane e umbre mancano due settimane.
Sondaggi dicono che in Liguria, dove i cittadini saranno chiamati a ri-eleggere il governatore dopo le dimissioni di Toti, Marco Bucci (centrodestra) e Andrea Orlando (centrosinistra) sarebbero appaiati al 46%. Gli altri sette candidati, tra cui Nicola Morra, si dividono invece l’8% della torta. Questo cosa ci dice? Che la sinistra è messa davvero male. In una Regione decapitata da una inchiesta giudiziaria, peraltro dopo anni di governo di destra, il minimo che ci si potesse attendere era una vittoria schiacciante, o comunque netta, di chi era all’opposizione. Invece tra divisioni, campo largo ristretto e liti varie, Elly&co sono riusciti nell’impresa di rischiare di perdere. E ce ne voleva.
Conte dice che “Il campo largo non esiste più, lo certifichiamo stasera”, continuando a dire che la presenza di IV nella possibile coalizione è “un problema serio” quindi la velleità unitaria di Elly Schlein è solo un miraggio.
Peccato che l’avvocato del popolo non colga che non è vero che il campo largo “non esiste più”: non è mai esistito e Conte, alla fine della fiera deve riconoscere che è stato bidonato.
Elly Schlein continua a fare finta di niente, ripetendo come un mantra che “il nostro avversario è Giorgia Meloni“. “Non ho perso e non perderò un minuto in più in polemiche con le altre forze alternative alla destra, se la prendiamo dal lato delle cose che vogliamo fare insieme, sono più le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono. Dobbiamo costruire un’alternativa credibile”, ha detto la segretaria dem alla presentazione del suo libro L’imprevista. Un’altra visione del futuro a Milano.