Conte e Berlusconi tra Dl semplificazioni e maggioranza diversa

 

Dagli appalti, all’abuso d’ufficio, fino al danno erariale. Sono ancora diversi i nodi da sciogliere nel decreto sulle semplificazioni. A quanto emerge al termine del vertice di questa mattina a Palazzo Chigi, tra i partiti sono rimaste distanze sui diversi temi e si è deciso di chiudere la discussione in sede politica per passare la palla all’esame tecnico del preconsiglio dei ministri. Ma più d’uno, al termine della riunione di questa mattina, vede difficile un’approvazione del testo definitivo in Cdm e ritiene probabile che il via libera arrivi ‘salvo intese’. Sul tema degli appalti sopra soglia e sull’elenco delle opere pubbliche da sbloccare, si starebbe ancora in queste ore cercando un’intesa. 

‘È il momento del coraggio: l’Italia non è disposta a fare passi indietro. Non possiamo concederci di mancare questo appuntamento storico per l’Italia. Tutti dobbiamo osare. Non possiamo accettare il principio per cui non facciamo per paura di infiltrazioni’, ha detto il premier Giuseppe Conte.

‘Ci auguriamo che il governo definisca e vari al più presto il cosiddetto decreto-semplificazioni che è stato annunciato’, ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. Le bozze che sono circolate finora non risolvono tutte le criticità ma – sottolinea – è innegabile che il problema è immenso e costituisce da molti anni un collo di bottiglia per la crescita del Paese, la realizzazione di opere e interventi troppo a lungo rinviati, il reddito e il lavoro di centinaia di migliaia di italiani’. Per questo, indica il leader degli industriali, un segnale forte è indispensabile e bene ha fatto il premier Conte ad annunciarlo in questi giorni anche nei suoi colloqui europei.

Intanto il Dl rilancio approderà nell’Aula della Camera lunedì alle 10. Attesa per oggi la fiducia. Si punta a chiudere l’esame dell’intero provvedimento, che poi dovrà passare al Senato, entro la giornata di mercoledì. Un voto sul filo in commissione Bilancio alla Camera dove, da un paio di ore, sta andando avanti l’esame degli emendamenti al Dl Rilancio che hanno ricevuto parere negativo di governo e relatori, e che quindi vengono bocciati. Nel corso della votazione di un emendamento della Lega in tema di infrastrutture, che la maggioranza aveva chiesto di respingere, la votazione è finita in pareggio: 17 contrari e 17 favorevoli (probabilmente a causa della distrazione di alcuni parlamentari di maggioranza, che non hanno alzato la mano al momento dovuto). Il conteggio è stato fatto dal presidente Claudio Borghi (Lega): ‘Ho contato le mani – ha spiegato – erano 17 sì e 17 no. Che facciamo, procediamo con il voto nominale?’. La questione si è chiusa senza dover ripetere il voto, quando Borghi ha ricordato che, in ogni caso, il ‘pareggio’ vale come ‘no’.

I nodi sono tanti, tant’è che al preconsiglio il dl semplificazioni andrà con un testo aperto, dove manca l’accordo politico su diversi punti. Non ultimi, gli appalti e la riforma dell’abuso d’ufficio e del danno erariale. Eppure il premier Giuseppe Conte spinge per tagliare il traguardo del Cdm con un testo che salvi i capisaldi del decreto messo a punto da Palazzo Chigi. A cominciare dalla riforma dell’abuso d’ufficio, per superare il problema dello ‘sciopero della firma’ che paralizza molti funzionari pubblici, come rimarcato dallo stesso presidente del Consiglio ieri in Aula alla Camera durante il question time.

Per questo, di fronte ai tanti dubbi avanzati durante il vertice di maggioranza concluso da poco a Palazzo Chigi, il premier ha rimarcato con forza,  come ‘serva una riforma incisiva’ per fare uscire l’Italia dalle secche, ‘senza tentennamenti’. Le stesse fonti, raccontano di un presidente del Consiglio ‘nervoso’ di fronte ai tanti ostacoli che stanno spuntando sul cammino del provvedimento.

‘In merito all’invito rivolto ieri dal premier Conte alle opposizioni, sin dall’inizio della crisi Forza Italia è stata disponibile al confronto. Parteciperemo, insieme con Lega e FdI, e consegneremo un dossier di proposte per la ripartenza, dice Berlusconi. Sul Mes non è un mistero che abbiamo opinioni diverse dai nostri alleati. Il centrodestra è un’alleanza, non un partito unico e non lo diventerà mai. Quindi è ovvio che vi siano differenze di vedute’.

‘Noi e i 5Stelle, per esempio, abbiamo una visione diametralmente opposta su tutto. Se però in questo Parlamento si creassero davvero le condizioni per una maggioranza diversa, più efficiente, più rappresentativa della reale volontà degli italiani, andrebbe verificata, naturalmente prima di tutto con i nostri alleati’,  afferma il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in un’intervista a Repubblica: ‘Parlando della sentenza Mediaset, fare chiarezza su fatti così gravi penso vada nell’interesse della credibilità della stessa magistratura: molti magistrati sono persone serie e perbene che non meritano di essere accomunate con quel gruppo di loro colleghi che si sono prestati ad operazioni politico-giudiziarie come quella condotta ai miei danniì’, rileva l’ex premier: ‘Quanto alla richiesta di nomina a senatore a vita, sono onorato della proposta e grato a chi l’ha avanzata ma non sta certo a me dare valutazioni in merito’. 

Berlusconi esclude un governo di unità nazionale: ‘Non credo che ne esistano le condizioni e non credo servirebbe all’Italia un governo con forze politiche antitetiche fra loro’.

‘La via maestra sono le elezioni. Mandare a casa un governo che blocca tutto è vitale per il futuro dell’Italia, certo sul MES la posizione di Forza Italia è contro l’interesse nazionale italiano’,   affermano fonti qualificate della Lega. 

‘Fi è la forza di opposizione che si sta distinguendo per un atteggiamento più costruttivo e anche più responsabile. Non vorrei offendere le altre forze di opposizione’, ha detto il premier Giuseppe Conte rispondendo alle domande dei giornalisti.

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