«Mi dispiace per le tante persone che hanno creduto nel Movimento 5 Stelle. E che oggi vedono un partito in liquidazione, in cui ci sono lacerazioni e divisioni interne, anche per la gestione del potere tra Conte, Di Maio, Casaleggio. Credo anche che chi ha dato un voto nel 2018 ai 5 Stelle abbia visto tradire molte delle promesse di quella campagna elettorale».
«Luigi Di Maio ci ha messo cinque anni a chiedere scusa a Uggetti. Confido che fra cinque anni chieda scusa anche a me alla mia famiglia», incalza la Boschi. «Mio padre è stato archiviato. Restano diversità profonde, ma questa lettera è una lettera importante. Meglio tardi che mai».
In quel periodo inizia infatti il semestre bianco prima dell’elezione del presidente della Repubblica. Sono sei mesi cruciali: ci sono le amministrative tra metà settembre e metà ottobre. «Sei mesi – si legge su Repubblica – nei quali poter tornare protagonisti, poi, nella partita per il Colle. Dopodiché, chi può garantire che i 5 Stelle restino al governo? Chi può garantire che non si torni al voto con un anno di anticipo? Per questo motivo tra i parlamentari e non solo i sentimenti sono ambivalenti: da un lato Conte è considerato l’unico uomo in grado di risollevare le sorti del M5S, gli indici di gradimento sulla sua persona sono lì a dimostrarlo; dall’altro la medicina può comportare il rischio di tornare a casa prima del tempo, questo perché è chiaro che il 33 per cento del 2018 non sarà replicabile e poi perché dopo la riforma voluta proprio dai 5 Stelle ci saranno meno seggi a disposizione per tutti. L’istinto di sopravvivenza dei singoli si scontra insomma con il destino collettivo del Movimento».
Un altro addio, in un momento di caos per il Movimento. Stavolta da parte di un’ex ministra, Elisabetta Trenta. L’ex responsabile della Difesa del governo gialloverde si congeda dai 5Stelle con un post su Facebook: “Lascio i 5 Stelle, più precisamente questo Movimento. Lascio con tanto dolore ma senza il rimpianto di non averci creduto e di non averci provato fino all’ultimo. Questa non è più la casa della trasparenza, della democrazia dal basso, della partecipazione e della coerenza con valori che sono e resteranno comunque miei. Lascio perché il coraggio di andare contro, quando è necessario, è stato messo in secondo piano dai personalismi, perché i troppi compromessi e le retromarce sono la negazione dei sogni di chi ha creduto in noi”.
Poi si rivolge al ministro degli Esteri, ed ex capo politico, Luigi Di Maio: “Caro Luigi ti sarò sempre riconoscente per avermi voluto come Ministro della Difesa, dandomi una grande e unica opportunità. Mi sono sentita orgogliosamente parte della tua squadra. Dovevamo e volevamo cambiare il Paese e invece, tra troppe paure, è cambiato il Movimento”.
Trenta non chiarisce quali saranno le sue scelte in futuro: “Lascio ma non lascio la politica, scendo qui, proprio per ricominciare! Io ci sarò sempre per tutti, non importa il partito. E da qualsiasi parte andrò, porterò con me i valori che mi hanno fatto aderire al Movimento e che oggi, mi costringono a lasciarlo per realizzarli”.
Di sicuro un’altra tegola per il Movimento ancora alle prese con lo scontro con Casaleggio sulla consegna dei dati degli iscritti e con la tentazione sempre più diffusa di prendere le distanze dal governo Draghi.