Italian President of the Council of Ministers, Giuseppe Conte, speaks to journalist outside the Senate after his information on the economic activities decided by the COVID-19 emergency in Rome, April 30, 2020. MAURIZIO BRAMBATTI/ANSA

Conte: ‘La Fase 2 non è liberi tutti

“Entriamo nella ‘fase due’ dell’emergenza, grazie al poderoso sforzo collettivo. Questa nuova fase ci è costata enormi sacrifici ed è per questo che non può essere intesa come un ‘liberi tutti'”. Così il premier Giuseppe Conte in un’intervista a La Stampa in cui chiede di evitare “gesti di disattenzione o, peggio, un’opera di rimozione collettiva. Il virus continua a circolare tra noi, siamo ancora in piena pandemia”. E assicura: “Sono fortemente convinto che un sistema come il nostro non abbia affatto bisogno di investiture messianiche, né di uomini investiti di pieni poteri”.

Sulle accuse di Renzi e l’abuso dei Dpcm: “Sono fortemente convinto che un sistema come il nostro non abbia affatto bisogno di investiture messianiche, né di uomini investiti di pieni poteri. Dobbiamo essere orgogliosi di avere rispettato l’equilibrio tra poteri costituzionali”. E quanto all’equilibrio delle responsabilità tra politica e scienza, Conte fa presente che “non abbiamo mai pensato di delegare alla scienza la responsabilità di governo”. Mentre “le divergenze di vedute” con le Regioni “sono fisiologiche. Quanto all’impugnazione delle ordinanze territoriali, la riserviamo solo ai casi di estrema necessità”. Elogia il lavoro del commissario Arcuri, poi dice: “Al momento le Regioni hanno in deposito 47 milioni di mascherine. Da lunedì saremo in grado di distribuirne 12 milioni al giorno, da giugno 18 milioni, da agosto 24 milioni”.

“La vera fase che ci giochiamo è da qui al 18, bisognerà trovare con il buon senso, facendo un percorso insieme Regioni e governo, una soluzione per tutto quello che rimane chiuso. E’ impensabile immaginare che qualcuno possa aprire il primo giugno”. Lo ha affermato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, durante una conferenza stampa.

Secondo il premier l’ombra di un governo di larghe intese a guida Draghi è “un costante chiacchiericcio, sullo sfondo, che fa parte del gioco politico italiano. Non mi distrae. Stiamo lavorando bene con Italia Viva. La maggioranza è solida. Io ho sempre dato priorità alla forza e alla ragionevolezza delle proposte, al di là di chi le sostiene, al di là se è rappresentativo del 2 o del 25% del Paese”.

Il futuro di Giuseppe Conte, secondo alcuni,  come presidente del Consiglio sarebbe segnato. E’ quello che sostiene Maurizio Belpietro nel suo editoriale apparso su La Verità. Secondo il giornalista, attorno al premier si starebbe annidando un sentimento di dissenso che non coinvolgerebbe solo Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva ha avuto parole particolarmente dure nei confronti del capo del governo nel corso del suo intervento in Senato, pur facendo parte della maggioranza. La novità segnalata da Belpietro è che, inoltre, ci sarebbe un’anima del Movimento 5 Stelle che non accrediterebbe di grande consenso chi oggi guida l’esecutivo.

La grave emergenza sanitaria in atto aveva, di fatto, fatto tramontare la possibilità che la maggioranza potesse andare in crisi per i malumori di Matteo Renzi. Il numero uno di Italia Viva, tuttavia, ha fatto tornare d’attualità la cosa andando a criticare pesantemente in Senato il presidente del Consiglio. Lo ha invitato a non scegliere la strada  del populismo se vorrà avere il suo partito al suo fianco e lo ha punzecchiato con una frase ad effetto sui così detti “pieni poteri”.

Il quadro politico osservato da Maurizio Belpietro appare abbastanza chiaro: “Mister Farò – scrive Belpietro in riferimento a Conte – dopo la prova di queste settimane in Italia e i disastri in Europa è politicamente un morto che cammina”. Secondo il giornalista, Renzi gli avrebbe, di fatto, dato l’ultimatum.

 

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