Conte ‘mette nel mirino’ il Reddito di cittadinanza

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte avrebbe messo nel mirino il reddito di cittadinanza, annunciando una stretta su chi rifiuta il lavoro e chiedendo alla ministra Pisano di istituire una task force per creare entro sei mesi un sistema operativo che metta in comunicazione i sistemi informatici delle regioni (la famosa app che avrebbe dovuto creare Parisi). Il 30 settembre, intanto, si chiude la prima fase (18 mesi) per chi ha chiesto subito l’assegno (410mila famiglie): dopo un mese di pausa, si dovrà fare nuovamente richiesta. I componenti del nucleo familiare, in teoria, dovrebbero accettare qualsiasi offerta di lavoro in tutto il territorio nazionale, pena la perdita del sussidio.

Il reddito di cittadinanza, così com’è, non serve per creare seriamente posti di lavoro.  Il centrodestra ha da sempre sollevato dubbi in merito e ora il premier ne ha preso atto. È in arrivo una serie di modifiche alla misura voluta dal Movimento 5 Stelle con l’intento di abolire la povertà: l’avvocato ha preso in mano il dossier sul rdc e le politiche attive sul lavoro, dando una disposizione chiara al termine di ben 3 riunioni riservate avvenute con Nunzia Catalfo (ministro del Lavoro), Paola Pisano (ministro dell’Innovazione digitale) e Domenico Parisi (presidente dell’Anpal, l’Agenzia nazionale delle politiche attive sul lavoro).

Il presidente del Consiglio ha urgentemente chiesto una collaborazione efficace visto che a un anno e mezzo dall’introduzione del sussidio grillino non è ancora stato messo su un sistema unico e nazionale informatico che dovrebbe aiutare i disoccupati a trovare un lavoro coerente con le proprie attitudini e le aziende a trovare il personale ricercato. Il capo dei giallorossi, con colpevole ritardo, ha preso coscienza del fatto che in molti casi il reddito di cittadinanza sia un deterrente alla creazione di occupazione. Ecco perché ha in mente una rivoluzione della misura in questione, il cui obiettivo primario è quello di incrociare domanda e offerta.

“Voglio che una soluzione sia operativa entro sei mesi, il reddito di cittadinanza in questo modo rischia di essere una misura assistenziale senza progettualità”, ha dichiarato Conte. Il premier nelle ultime ore ha messo nel mirino quota 100, annunciando che non verrà rinnovata, e ora si prepara a cambiare pure il sistema complessivo del reddito di cittadinanza visto che “in questo modo non può continuare a funzionare”. Nel frattempo il ministro Pisano è stato sollecitato a istituire una task force per progettare e rendere operativa una struttura informatica in grado di integrare 20 sistemi regionali diversi.

Inoltre l’intenzione sarebbe quella di arrivare a un’applicazione nazionale: come riportato dal Corriere della Sera, il sistema operativo dovrà essere efficace per rendere più difficile – quasi impossibile – rifiutare il lavoro e mantenere il reddito. La posizione del presidente del Consiglio pare sia stata chiara: entro 6 mesi vuole un sistema che funzioni. Ovviamente andrà fatta una gara e andranno cambiate non solo alcune norme della legge che ha introdotto il reddito di cittadinanza, ma probabilmente anche alcune deleghe. Ma onte vuole cambiare passo.

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