Nessun addio alla politica al termine del secondo round a palazzo Chigi. Giuseppe Conte, pur tornando a negare l’intenzione di dar vita a un suo movimento politico, annuncia dalle pagine di Repubblica che il suo futuro sarà ancora nell’agone politico. “Dopo questo mio intenso coinvolgimento, non vedo un futuro senza politica”, spiega, precisando però che al momento “rimango concentrato sul presente, su come posso riformare il Paese e renderlo migliore senza pensare al mio futuro”.

Detto questo, “non mi vedo novello Cincinnato che mi ritraggo e mi disinteresso alla politica. Ma la politica non è solo fondare un partito o fare il leader di partito o fare competizioni elettorali. Ci sono mille modi per partecipare alla vita politica e dare un contributo al proprio Paese”. Parole duramente criticate dal leader leghista, secondo il quale, sarebbero solo “l’ennesima menzogna”.

Del resto, osserva Matteo Salvini,  l’attuale inquilino di palazzo Chigi “ha svenduto in due minuti onore personale e interesse nazionale pur di salvare la sua poltroncina. Più tasse, più sbarchi, più processi, più burocrazia, più ministri: mica male per l’ex avvocato del popolo”.

Non è da meno Forza Italia che con Francesco Paolo Sisto definisce Conte “il solito parolaio”. Intanto, in attesa dell’annunciata verifica di governo, tutto il centrodestra si prepara ad attaccare il presidente del Consiglio al Senato. è prevista, infatti, riferiscono fonti di centrodestra, la presenza di Conte al question time di palazzo Madama il prossimo 16 gennaio. In quell’occasione Lega, FI e FdI accuseranno il premier sulla vicenda ‘Russiagate’ e sul cosiddetto ‘caso Alpa’.

E mentre palazzo Chigi precisa che non è allo studio nessuna revisione delle misure Quota 100 e Reddito di cittadinanza, e proseguono le tensioni interne alla maggioranza sulle concessioni autostradali e sulla riforma della prescrizione, con Italia viva che si dice pronta a votare la proposta di legge dell’azzurro Enrico Costa, scoppia la polemica sulle risorse alle famiglie, alla luce dei dati Istat che delineano una famiglia italiana sempre più piccola, con le nascite al minimo storico.

È Salvini a lanciare l’affondo: “Nascite al minimo storico e il governo taglia i fondi per le famiglie: incapaci e pericolosi”, afferma. Non ci sta la ministra delle Pari opportunità Elena Bonetti, che replica a muso duro: “Salvini accusa tagli per le famiglie? Legga la legge di bilancio: più di 630 milioni aggiuntivi per politiche familiari, 2.5 miliardi per costruzione e riqualificazione asili nido e per il 2021 Fondo assegno universale da più di 1 miliardo l’anno. Fatti, non propaganda”.

Si schiera al fianco della ministra il leader di Iv, Matteo Renzi: “Salvini sulla famiglia mente sapendo di mentire. Brava ministra Bonetti. E bene replicare a chi dice bugie colpo su colpo”. Anche il capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio, difende le misure adottate dal governo e rilancia le proposte dem: “In Italia nascono pochi bambini e bambine. Istat dice che è un’emergenza: siamo al minimo storico. Ecco perché le misure introdotte nella legge di bilancio sono il primo passo. Mettiamoci subito a lavoro per l’assegno unico per i figli a carico e la dote per i servizi”. Dalle opposizioni, Forza Italia con Annagrazia Calabria lancia l’allarme “desertificazione demografica”, le fa eco Licia Ronzulli che chiede di “invertire la rotta”.