Conte si prende i pieni poteri: cosa cambia nel M5S

Del Movimento 5 stelle voluto da Beppe Grillo e Roberto Casaleggio non stanno restando che ruderi col passaggio di Giuseppe Conte, che sta plasmando il partito a sua discrezione, tradendo quei principi che l’avevano lanciato nel gotha della politica, facendogli raccogliere il pieno di consensi. È di queste ore, infatti, la notizia che il M5S ha deciso di aggiornare il proprio codice etico, ossia il testo che detta le regole comportamentali ed etiche che iscritti, candidati e portavoce eletti devono rispettare e che, nella nuova versione, sarà sottoposto alla votazione degli iscritti, il 1 febbraio dalle ore 10 alle 22, avendo il Comitato di Garanzia già dato parere favorevole.

Sono diversi i punti che andranno a impattare sulla natura del Movimento 5 stelle. In particolare, scompare la penale da 100mila euro a carico di chi viene espulso, abbandona il gruppo o si iscrive ad altro gruppo parlamentare, e per dimissioni anticipate dalla carica in assenza di gravi motivi. Inoltre, la rinuncia all’assegno di fine mandato, a doppie indennità e a doppi rimborsi diventa un obbligo a destinare parte dell’assegno “nella misura da determinarsi” e “alle finalità indicate” nel regolamento sul trattamento economico. Scompare il riferimento alla piattaforma Rousseau ed è impossibile non notare la parola “presidente” che, a differenza del testo precedente, appare ora un po’ ovunque. Proprio a riprova che Conte sta creando un M5S diverso e a sua immagine.

Inevitabili le polemiche per la nuova stesura, soprattutto da parte dei grillini della prima ora. C’è chi si chiede: “Sta diventando un movimento presidenzialista?”. E ancora: “Perché togliete la penale di 100mila per chi cambia casacca?”. L’onore di rispondere spetta a Vito Crimi, che sulla penale spiega: “Nessuna novità, è un aspetto su cui aveva già obiettato la commissione per la trasparenza dei partiti che non la riteneva una previsione compatibile con le norme, tanto che nello statuto nuovo non c’è, e il codice etico non fa che adeguarsi a questo”. Più complessa la risposta sulla deriva presidenzialistica del movimento, che secondo Crimi risulta però solo una “lettura distorta” se posta in questi termini, perché “non un solo potere in più al presidente del M5S rispetto a ieri. Semplicemente, quando si parla di ‘comitato direttivo’, si intende l’organo di direzione, l’organo apicale, il rappresentante legale, che prima era il capo politico, poi il comitato direttivo (mai eletto tra l’altro), poi il presidente”.

Compare nel testo anche l’obbligo di attenersi alle decisioni assunte dagli organi. Su questo Crimi spiega che “a quello che decidono e stabiliscono comitato di garanzia, consiglio nazionale, assemblea degli iscritti, gli eletti si devono attenere, naturalmente per le decisioni che possono prendere da statuto”. Dal nuovo codice etico poi, scompaiono i riferimenti alla piattaforma Rousseau, vera novità rilevante secondo Crimi, perché prima si “faceva riferimento a un versamento mensile alla piattaforma Rousseau, oggi si dice genericamente ‘piattaforma tecnologica’ perché non possiamo fare riferimento, nel codice etico così come nello statuto, a una specifica piattaforma o uno specifico fornitore”. Ma i grillini della prima ora non sembrano particolarmente persuasi.

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