La Fase 3, quella – in teoria – della ripresa e della ripartenza.  Dopo che il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e il presidente di Confindustria hanno parlato di «nuovo contratto sociale tra politica, impresa e lavoratori».

A parte la riapertura dei confini  l’Italia post Covid  finanziata da circa 300 miliardi in arrivo da Bruxelles tra Recovery fund, Bei, Sure e Mes. Conte ha, a suo dire, pronta la lista delle cose da fare, bloccate da sempre dalla politica e che ora solo la politica può sbloccare per trasformare la crisi in occasione.

Conte ha riconosciuto agibilità politica a Italia viva sui suoi temi – cantieri, opere pubbliche, famiglia, sanatorie per stranieri lavoratori, giustizia invece di giustizialismo, riaperture, scuola – e questo ha certamente contribuito a stabilizzare la maggioranza. Ma chi non è stabilizzato è proprio Giuseppe Conte. Parlamentari di minoranza, e sotto traccia anche parecchi del Pd, indicano almeno tre circostanze in cui il premier, al quale viene riconosciuta “una resistenza da muro di gomma”, può rischiare di perdere lo scettro del comando. Il primo: «Bruxelles darà i fondi solo sulla base di progetti esecutivi, reali mentre noi siamo ancora alla convocazione degli Stati generali dell’economia.

 Il secondo motivo è che Conte non riesca ad affrancarsi da un Movimento 5Stelle indebolito, senza più una vera guida né una linea politica. «Il premier deve spezzare adesso le catene del giustizialismo, del no alle grandi opere, alla semplificazione…» è la richiesta che non da oggi gli è stata recapitata. Al momento è un continuo baratto: via Autostrade, sì-forse al ponte sullo Stretto,  che non piace ai 5Stelle; riforma dell’abuso di ufficio perché gli amministratori per non rischiare tengono tutto fermo e però più controlli antimafia.

La terza circostanza che può piegare Conte è quella più drastica: la crisi del lavoro e dell’economia. Ieri l’Istat ha registrato che causa Covid nel mese di aprile 274 mila persone hanno perso il lavoro a fronte di circa 700 mila che neppure lo cercano (inattivi). A settembre rischia di essere peggio. Anche perché la Fase 1 e la Fase 2 non hanno ancora portato quel sollievo di cash previsto per famiglie e piccoli imprenditori.

I circa 300 miliardi che la Bce  ha garantito  nell’acquisto dei titoli fino al 2022 destinati a Roma.  Li faranno gestire a Conte? Non a caso il premier ha rassicurato: ‘I fondi Ue non sono il tesoretto di cui potrà disporre il governo di turno’.