Conti pubblici, procedura d’infrazione si allontana: UE pronta a concedere più tempo

Nonostante la trattativa per evitare la procedura di infrazione, pronta ad abbattersi sul nostro Paese per via dell’alto debito, sia chiaramente in salita, sembra aprirsi un piccolo spiraglio nel negoziato. Fondamentalmente, nessuno vuole arrivare al muro contro muro o al punto di scontro senza ritorno. La verità è che un simile scenario non serve a Roma. Ma nemmeno a Bruxelles.

“L’Unione Europea ha bisogno di un’Italia al centro e non in periferia”.Queste le parole pronunciate dall’ex Presidente della Commissione europea,José Manuel Barroso poche ore fa nel riconoscere che “l’Italia è grande paese, una delle più grandi economie del mondo, fondatore dell’UE, siamo tutti eredi e tributari della cultura italiana. Credo che la prudenza, l’intelligenza politica e la cultura politica della Commissione portino normalmente ad ingaggiare un dialogo, un compromesso, per trovare delle soluzioni”, aveva aggiunto.

Lo stesso Moscovici, Commissario Ue agli Affari economici e finanziari, pur ribadendo che la Commissione non farà sconti, al contempo, non ha mai chiuso la porta del dialogo. “Non sono mai stato a favore delle sanzioni, perché sono punizioni, ma sostengo il rispetto delle regole”,  ha sempre ribadito.

La tabella di marcia comunque è segnata: La Commissione si riunirà il 2 luglio, a Strasburgo, per discutere del “caso Italia” ed in quell’occasione deciderà se lanciare la procedura per eccesso di debito avviata lo scorso 5 giugno. Nel caso di semaforo verde, palla alla riunione dei ministri delle Finanze Ue dell’8-9 luglio per l’approvazione definitiva.

Il Ministro dell’Economia Tria  intanto, spegne lo scontro e si dichiara “ottimista su una buona soluzione sulla procedura di infrazione: “Per il futuro l’idea è quella di tenere il deficit basso e continuare con l’obiettivo di diminuzione del debito non attraverso l’innalzamento delle tasse ma attraverso più basse spese correnti: questo è il nostro impegno verso il Parlamento e stiamo lavorando per soddisfare questo mandato con la prossima legge di bilancio”.

La verità è che, sic stantibus rebus, gli obiettivi economici del governo italiano sono ancora parecchio distanti dalle linee guida indicate da Bruxelles.

L’ok finale alla procedura sembra probabile, ma come anticipato, i commissari sembrerebbero inclini a voler evitare lo scontro frontale con il Bel paese.

A quanto emerge dai verbali della riunione dell’esecutivo Ue del 5 giugno, come riporta il Sole24Ore, la Commissione sarebbe pronta a concedere all’Italia un periodo di sei mesi (e non di tre) per aggiustare i conti e scongiurare una sanzione finale. In questa prospettiva, l’Italia avrebbe margine fino a gennaio 2020 per rimettere mano alla sua politica economica, riallineandosi così ai criteri indicati da Bruxelles. A spingere su una finestra più ampia, proprio Moscovici per consentire all’esecutivo gialloverde di “prendere misure efficaci di correzione”.

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