‘Alcune proposte contenute nel programma della Lega e del Movimento 5 Stelle non possono essere sbrigativamente liquidate come di destra, massimaliste o populiste, anche se l’impianto complessivo del ‘contratto’ non puo’ essere condiviso’, dichiara Cesare Damiano, del Partito democratico. Faccio, continua, alcuni esempi: il salario minimo per legge, riservato ha chi non ha un contratto di lavoro perche’ svolge una attivita’ occasionale, e’ una nostra proposta. Il superamento della legge Fornero e 41 anni di contributi, anche. In quella direzione si e’ mossa, nella scorsa legislatura, la Commissione Lavoro della Camera che ha cosi’ messo le basi per superare la legge Fornero restituendo intanto 20 miliardi alle pensioni in 5 anni (4 miliardi all’anno). Le risorse impiegate, seppur significative, non sono state pero’ sufficienti a raggiungere tutti gli obiettivi. Adesso sfidiamo la coalizione giallo-verde a completare l’opera sul serio, non stanziando per le pensioni 5 miliardi, senza specificare se sono all’anno. Se si trattasse di una cifra ‘una tantum’ non si andrebbe da nessuna parte, a meno che le stime delle coperture necessarie fatte in precedenza da Inps e Ragioneria su nostra richiesta non si riducano del 90%. Sarebbe curioso. Prima domanda da girare, dunque, a Salvini e Di Maio: sono 5 miliardi in tutto o per ogni anno, dato che il vostro programma non lo specifica? Se si tratta, come prevedibile, di 5 miliardi di euro all’anno bisogna dirlo spiegando anche da dove si prendono le risorse, conclude Damiano.
Un altro problema riguardo il ‘contratto’ riguarda il Sud che ha bisogno di infrastrutture e di un turismo moderno, servito da piattaforme digitali e destagionalizzato, ingredienti necessari per togliere il Sud dalla marginalizzazione.
Il contratto di governo siglato da Lega e M5S non prevede un piano particolareggiato sul Mezzogiorno con delle proposte concrete per il suo sviluppo. Esiste un gap gigantesco tra le due Italie, quella del Centro-Nord e quella meridionale. Servono fatti, progetti risorse, idee e uomini in grado di realizzarle.
Il tasso di disoccupazione del Sud (19,4 per cento) è quasi tre volte quello del Nord (6,9). Il dramma della disoccupazione al Sud, in particolare quella femminile e giovanile, è connesso al tema degli investimenti e della formazione professionale. Va sostenuta l’innovazione e la ricerca ma anche la formazione in grado di creare profili occupazionali richiesti dalle aziende. Il Sud non può tradire le sue vocazioni territoriali che sono legate al turismo, alla fruizione del sistema monumentale e archeologico, a servizi innovativi e moderni, all’artigianato di qualità, all’enogastronomia e all’agricoltura biologica. Si punti su questi settori, che possono decollare solo realizzando le opportune infrastrutture.
Il mancato impiego dei fondi europei da parte delle Amministrazioni delle regioni del Sud è uno scempio che grida vendetta. Non è vero che tutti i governi che si sono succeduti hanno le stesse responsabilità e basta verificare i numeri. Detto questo rimane il fatto che l’unico meccanismo possibile per incentivare la spesa dei fondi è quello degli incentivi, quello premiale da una parte, e parallelamente quello di sanzioni per i dirigenti che non raggiungono gli obiettivi prefissati. Non riuscire a spendere le risorse comunitarie, in territori che hanno problemi gravissimi, è un crimine.
Il tessuto economico e imprenditoriale del Paese è fatto di piccole e medie imprese nella stragrande maggioranza dei casi. Questa è stata una ricchezza per il sistema Paese che ha potuto contare sulla condivisione del know how sui vantaggi del modello familiare delle aziende. Un tipo di imprenditorialità che è stata oggetto di studi e presa a modello in tanti altri Paesi. Un loro errore è stato quello di non fare rete con altri partner per rafforzarsi sui mercati.
La pervasività della criminalità organizzata nella vita economica e sociale di intere aree del Mezzogiorno è uno degli elementi principali del suo sottosviluppo. Le principali organizzazioni criminali sono delle multinazionali che agiscono sui mercati internazionali, ma mantengono al Sud il controllo del territorio e condizionano le dinamiche dell’economia di mercato. Le attività di repressione e di prevenzione che hanno contraddistinto la lotta alle mafie hanno dato importanti risultati e occorre perseverare in questa direzione.
Non dimentichiamo che il costo del credito è doppio che nel resto del Paese e c’è bisogno di incentivi per gli investitori stranieri che possono essere individuati con facilità. Chi non vuole investire nel nostro Paese lamenta la legislazione penalizzante e oppressiva, il sistema fiscale poco semplice e la presenza della criminalità organizzata.
Si registra negli ultimi anni un aumento dei flussi turistici nelle Regioni del Sud Italia e questo grazie alla offerta variegata che è stata proposta. Esistono diverse tipologie di turismo: religioso, culturale, artistico-monumentale, paesaggistico-ambientale, enogastronomico ed altro. Un sistema turistico al passo con i tempi e che vuole vivere tutto l’anno deve destagionalizzarsi e programmare con anticipo eventi e manifestazioni attraverso piattaforme digitali in grado di interloquire con una utenza mondiale sempre più esigente.
L’unico modello di sviluppo che lo Stato, per gli aspetti che gli competono, può governare e incoraggiare è quello eco-sostenibile: salvaguardia dell’ambiente, tutela del paesaggio, valorizzazione delle ricchezze del territorio, da quelle enogastronomiche a quelle manifatturiere, creazione di varie tipologie di turismo sulla base della domanda, formazione e specializzazione delle figure lavorative legate al comparto turistico, sono tutti ingredienti indispensabili affinché il turismo possa diventare forza trainante della crescita economica e occupazionale nel Meridione.
Cocis