Cop 26 a Glasgow evento sul clima con impegni roboanti e progetti irrealizzabili

Mario Draghi, premier di leadership internazionale,  finge di non sapere  che il Cop 26 porterà,  nelle intenzioni,  avanti roboanti impegni, che difficilmente troveranno applicazione concreta. Molti impegni sono molto vaghi, come il multilateralismo, la cooperazione internazionale, l’attenzione ai Paesi più vulnerabili, come lo è la un po’, il global minum tax, per la difficoltà di trasformare in leggi nazionali accordi di massima presi a livello mondiale. Questo vale per l’Italia più che per gli altri.

La Cop 26 è sul clima.  Su questo terreno, purtroppo, le promesse irrealizzabili  producono anche effetti concreti, come quelli che stiamo vivendo in questi mesi in Europa, e soprattutto in Italia, per colpa della crisi energetica. Ma alla Cop 26 si parlerà di nobili ideali e magnifici traguardi. Quindi lo sguardo resta puntato, irrazionalmente, su quel contenimento dell’aumento del riscaldamento globale entro gli 1,5 gradi rispetto al periodo preindustriale e sull’azzeramento totale dei gas serra entro il 2050.

Anche senza il contributo dei principali inquinatori del pianeta, come Cina e India, che hanno fatto chiaramente capire che questo non è proprio il momento più adatto per pensare all’ambiente. Xi Jinping ha detto che le questioni ambientali sono importantissime e bellissime, ma sono i Paesi sviluppati (Cina e India sono ancora considerate economie ‘emergenti’) che devono dare l’esempio, riducendo per primi le emissioni. Giusto. Ma se l’Europa, che produce solo il 9% dell’inquinamento mondiale, azzera la sua Co2, che aiuto potrà mai dare al pianeta? Nessuno lo sa, ma indietro non si torna. Naturalmente per risolvere il problema della mancata unanimità si annacquerà l’impegno.

‘I veri leader non sono là dentro, i veri leader siamo noi’. Così Greta Thunberg, rimasta fuori dalla sala dei lavori della CoP26 entrata nel vivo  a Glasgow e tornata invece in piazza sotto il cielo piovoso della città scozzese per arringare la protesta contro l’inerzia attribuita ai potenti della terra sull’emergenza dei cambiamenti climatici, animata soprattutto dal giovani della sua generazione.

L’attivista svedese dal palco ha accusato i capi di Stato e di governo di ‘fingere’ sugli impegni che pretendono di mettere sul tavolo. Lasciando intendere di non fidarsi e aggiungendo che, senza la pressione dal basso, non c’è da sperare granché.

Quindi ha liquidato ancora una volta come ‘bla bla bla’ i discorsi dei leader del mondo sul clima: un ‘bla bla bla’ che i giovani  manifestanti riecheggiano in coro.

La Cop 26, il vertice Onu sul clima iniziato il 1 novembre in Scozia e in programma fino al 12 novembre, si preannuncia ricca di eventi.

La cerimonia di inaugurazione, aperta  dal primo ministro britannico Boris Johnson, ha visto i primi interventi dei leader mondiali sulla propria azione per il clima.

I leader continueranno a discutere sui passi da fare per rispettare l’accordo di Parigi.

Vediamo nel dettaglio il calendario dei prossimi giorni.

Martedì 2 novembre

Si prosegue con le dichiarazioni dei leader. È inoltre in calendario  una discussione su come le foreste e l’uso del suolo possano contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi. Nel pomeriggio leader e imprese parleranno di innovazione e diffusione delle tecnologie pulite.

Primo importante accordo sul clima. Dal 2030 terminerà la deforestazione e a supporto di questo accordo è stato previsto un investimento di 19,2 miliardi di dollari di fondi pubblici e privati. Questo accordo sarà firmato tra 120 leader mondiali riuniti in Scozia per Cop26. Boris Johnson parla di “accordo fondamentale per proteggere e ripristinare le foreste della Terra”. Come riporta la Bbc, Johnson definisce le foreste come ”cattedrali della natura, sono i polmoni del nostro pianeta”.

Il premier britannico svela l’accordo in occasione di un evento cui parteciperanno il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il principe Carlo di Galles e il presidente indonesiano Joko Widodo. Secondo il Guardian, Johnson affermerà che ”le foreste supportano le comunità, i mezzi di sussistenza e l’approvvigionamento alimentare e assorbono il carbonio che immettiamo nell’atmosfera. Sono essenziali per la nostra stessa sopravvivenza”.

Tra i firmatari dell’accordo ci sono Canada, Brasile, Russia, Cina, Indonesia e Repubblica Democratica del Congo, Stati Uniti e Regno Unito che coprono circa l’85 per cento delle foreste mondiali. Alcuni dei fondi andranno ai paesi in via di sviluppo per ripristinare i terreni danneggiati, affrontare gli incendi boschivi e sostenere le comunità indigene. L’abbattimento degli alberi contribuisce al cambiamento climatico perché impoverisce le foreste che assorbono grandi quantità di CO2. Il disboscamento da parte dell’uomo rappresenta quasi un quarto delle emissioni di gas serra.

Mercoledì 3 novembre

È il Finance Day, ovvero una giornata in cui all’interno della Cop26 ci saranno discussioni sui finanziamenti privati ​​per il clima e su come migliorare il sostegno ai paesi in via di sviluppo.

Giovedì 4 novembre

Si parla di energia e in particolare sul carbone. Due sessioni di panel annunceranno e discuteranno nuove misure per aumentare più rapidamente l’energia pulita.

Venerdì 5 novembre

Giovani e all’empowerment pubblico sono i protagonisti della giornata. La Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (YOUNGO) presenterà una dichiarazione globale dei giovani, esponendo le loro azioni per il clima e ciò che vogliono vedere dai leader globali. In calendario anche un evento incentrato sulla salute degli oceani.

Sabato 6 novembre

Natura e uso del suolo sono al centro del sesto giorno, con l’evento clou della mattinata volto a contrastare la deforestazione.

Domenica 7 novembre

Giorno libero: nessun negoziato e nessuna attività.

Lunedì 8 novembre

La seconda settimana della Cop26 inizia con un focus sull’adattamento, ovvero far fronte a un clima già cambiato. Si terranno anche colloqui che esploreranno le perdite e i danni causati dal cambiamento climatico.

Martedì 9 novembre

Focus sulle donne e come sono colpite dai cambiamenti climatici e l’importanza della loro leadership, nonché la scienza cruciale per limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C.

Mercoledì 10 novembre

Fari accesi sul mercato di massa dei veicoli a emissioni zero e la creazione di “corridoi di spedizione verdi”. Il settore dell’aviazione e del trasporto su strada anche l’industria è sul tavolo.

Giovedì 11 novembre

La Cop26 si chiude con un programma dedicato alle città, alle regioni e all’ambiente costruito. I leader nazionali, regionali e cittadini e il settore privato parleranno di incoraggiare un’azione collaborativa per il clima.

Venerdì 12 novembre

E’ il giorno della chiusura. In assenza di un accordo, le Cop – di solito – proseguono fino a un’intesa di massima.

Alla Cop26 di Glasgow non ci sarà alcun accordo, ma l’azzeramento delle emissioni resterà comunque l’obiettivo comune. Col risultato che i sacrifici fatti dai Paesi, come l’Italia, che decideranno di combattere da soli i cambiamenti climatici saranno incredibilmente inutili. L’evanescenza e l’assenza di pragmaticità dei vertici internazionali, unite alla testardaggine con cui alcuni leader occidentali, e Draghi è tra questi, si ostinano ad inseguire  pericolosi risultati che potrebbero provocare all’Italia, assai fragile sotto il profilo energetico, danni ben più elevati e ben più immediati dei paventati squilibri dell’ecosistema.

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