Assente alla riunione del Copasir anche i forzisti Elio Vito e Claudio Fazzone. “Non ho partecipato alla riunione – spiega Vito- il rispetto della norma di legge che assegna la presidenza all’opposizione non puo’ essere discrezionale. Ed i diritti dell’opposizione, in una democrazia, non sono una gentile concessione della maggioranza”.
Meloni rivendica infatti la poltrona, che secondo la prassi dovrebbe spettare ad un esponente dell’opposizione. Con l’avvento di Mario Draghi, quindi, a guidare la commissione non può più essere, sostengono da Fratelli d’Italia, il leghista Raffaele Volpi. Proprio ieri i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, hanno inviato una lettera ai partiti invitandoli a trovare un accordo. Ma il compromesso sembra ancora lontano e difficile da trovare. “Io non lascio, vado avanti”, ha chiarito Volpi oggi in un colloquio con Repubblica.
‘Caro Matteo, la legge va rispettata’. Questo il concetto chiave che Giorgia Meloni vuole trasmettere all’alleato leghista Matteo Salvini nel rivendicare per Fratelli d’Italia, in quanto forza parlamentare di opposizione, la presidenza del Copasir, il Comitato di controllo sui servizi.
“Da giorni i nostri avversari stanno cercando di far litigare Fratelli d’Italia e Lega” scrive Giorgia Meloni in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera, parlando di “presunta divisione tra i nostri partiti”. Ebbene, scrive la leader di FdI, “stanno tentando di scatenare la rissa tra di noi ma non ci riusciranno. La presidenza del Copasir non è, infatti, un problema tra FdI e Lega ma riguarda le istituzioni e il rispetto della dialettica parlamentare tra maggioranza e opposizione. Come sai, è la legge 124 del 2007 a stabilire la composizione paritaria del Copasir e che il presidente sia tassativamente eletto tra i rappresentanti dell’opposizione. È una norma di garanzia e controllo, legata alle specificità del compito estremamente delicato affidato a quest’organo: il raccordo tra il Parlamento e il sistema di informazione e sicurezza della Repubblica, tanto nella sua componente politica (presidente del Consiglio e ministri interessati) quanto nella sua parte amministrativa e operativa (Dis, Aise e Aisi). In altre parole, da quando con la citata legge il Parlamento è stato privato del suo compito di controllo, tocca solo al Copasir «vigilare» sull’operato del governo e dei servizi ed è per questo che la presidenza non può essere affidata a un esponente della maggioranza che sostiene il governo”.
Quindi, via Raffaele Volpi dalla presidenza del Copasir e spazio a Fratelli d’Italia, secondo legge. Secondo Meloni, non si può citare il precedente di Massimo D’Alema, che rimase in carica con l’insediamento del Governo Monti, perché era formato esclusivamente da tecnici. Valse a quei tempi, ricorda Meloni, “il principio del nemine contraddicente che si applica esclusivamente nelle questioni di diritto parlamentare e solo quando non vi sono difformità di opinioni”.
“Caro Matteo, Fratelli d’Italia sta difendendo una norma che tutela tutti, chi è all’opposizione oggi ma anche chi lo sarà domani. Per noi non è affatto una questione di poltrone” prosegue Giorgia Meloni. “Il tuo ruolo nella nostra coalizione è centrale e questa è l’occasione per essere all’altezza della prospettiva di governo futuro, dimostrando rispetto per le norme e le istituzioni. Lanciamo insieme il segnale che il centrodestra continua a essere compatto e che non intende fare favori ai nostri avversari. Ti chiedo di affrontare questo problema all’interno della maggioranza e di contribuire a risolverlo. E se non è possibile farlo, ci sono altre strade da valutare: modificare la legge permettendo alla maggioranza di eleggere il presidente del Copasir. O, in ultimo, fare quello che speriamo tu faccia da settimane: prendere atto del fallimento di questa esperienza di governo e tornare all’opposizione compatti. In quel caso, saremmo più che felici di continuare a sostenere Raffaele Volpi alla presidenza del Copasir”.
All’inizio della riunione a San Macuto, durata un’ora e mezza, Volpi ha di fatto confermato la sua volontà di non dimettersi e ha chiesto a tutti i componenti del Copasir di rimettere il loro mandato, permettendo così “la ricomposizione dello stesso con cinque esponenti dell’opposizione, permettendo quindi tra essi la libera scelta del presidente”. Una proposta che per Fratelli d’Italia rappresenta un’apertura. “Mi pare un passo in avanti verso la soluzione del problema”, dice il senatore di Fdi Luca Ciriani. “Rispetto al muro contro muro di ieri – aggiunge – è già un bel passo avanti. Era quello che avevamo chiesto”.
La commissione di garanzia non si riuniva dal 20 gennaio e oggi era stata convocata dopo la lettera di risposta dei presidenti delle Camere, Roberto Fico e Elisabetta Alberti Casellati, proprio sulla questione della presidenza. L’altra proposta per superare impasse del Comitato: “Il Copasir, nel suo attuale assetto di composizione e presidenza, si assuma l’onere di sintesi politica, di lavorare per una modifica della legge 124/2007 (il riferimento legislativo per i servizi segreti e il Copasir stesso) da proporre poi alle aule parlamentari”. Volpi – in una nota – dice: ”Credo sia un errore scaricare tensioni politiche su un Comitato così particolare nelle sue funzioni, che sino ad ora ha svolto un lavoro importante grazie a tutti i suoi componenti”.
Nel corso del suo intervento Volpi ha poi ribadito la necessità di cambiare la legge sui servizi. “All’interno del comitato e anche in modo pubblico si è avvertita spesso l’utilità, se non addirittura la necessità, dell’esigenza di un intervento manutentivo della stessa legge – ha spiegato Volpi – La proposta quindi, di carattere politica e istituzionale, si articola nel fatto che il Copasir, nel suo attuale assetto di composizione e presidenza, si assuma l’onere di sintesi politica, assunte le suddette necessità, di lavorare per una modifica della legge 124/2007 da proporre poi alle aule parlamentari”.
“I presidenti di Camera e Senato hanno riconosciuto che siamo pienamente legittimati ad andare avanti – racconta il deputato pavese dopo il lungo stop Metterci seriamente al lavoro è l’unica cosa che dobbiamo fare, sarà la conferma che qui non abbiamo paura di trattare i dossier rimasti sul tavolo. Affronteremo anche la vicenda delle spie russe, certo. L’argomento non è affatto un tabù per la Lega e tanto meno per me”. Nessun imbarazzo, rimarca l’uomo che Matteo Salvini ha voluto nell’ottobre 2019 alla guida del più delicato organismo bicamerale di vigilanza, poche settimane dopo che il suo partito era passato all’opposizione. Adesso, anche lui come D’Alema presidente Copasir nel 2011, è in maggioranza. E lì intende restare. “Non credo affatto di essere il problema – prosegue Volpi – Sono sempre stato rispettoso delle istituzioni e anche la mia decisione di non convocare il Copasir in queste settimane è dipesa da questa esigenza di chiarezza. Dopo di che, i presidenti Fico e Casellati nella loro lettera di due giorni fa mi danno atto di aver rimesso il mandato a disposizione del Senato. Il resto sono tutte polemiche strumentali”.