In sessantamila al San Paolo. Sembrava la finale di Champions League, ma era ‘solo’ la semifinale di Coppa Italia. Matador, ora e sempre. È entrato nella storia del Napoli segnando il sessantesimo gol in azzurro e trascinando la squadra alla finale di Coppa Italia dopo quindici anni. L’ultima è stata persa contro il Vicenza nel ’97, la prossima, appuntamento il 20 maggio a Roma, sarà contro la Juve. Cavani ha messo il sigillo alla qualificazione con un gol che ha illuminato gli occhi esterrefatti dei tifosi perché ha costruito e finalizzato l’azione del raddoppio con quella semplicità e quella forza degne del fuoriclasse. Non è stato semplice superare il Siena, ostacolo serio perché squadra bene organizzata: nella ripresa il Napoli si è dovuto difendere con le unghie, Cavani ha trascorso più tempo nella sua area che quella degli avversari per offrire supporto ai difensori, gli azzurri sono stati assaliti dalla tensione e hanno sprecato ottime occasioni con Lavezzi e Hamsik. Sannino ha confermato il suo stile e non ha eretto barricate per difendere il 2-1 del 9 febbraio, pur avendo fuori uso la sua punta di diamante, Calaiò. Ha schierato un 4-3-3, sistemando l’ex Mannini al fianco di Brienza e Larrondo, e ha subito ordinato un aggressivo pressing. Ma la buona partenza non è dunque servita al Siena, colpito da un proprio giocatore, così come era accaduto nella prima semifinale. Al Franchi era stato Pesoli a fare un omaggio al Napoli, ieri è stato il turno di Vergassola,che ha deviato alle spalle dell’eccellente Brkic la punizione calciata da Lavezzi e destinata a Cavani. Andato sotto,il Siena si è fatto ancor più vigoroso, però Larrondo ha sprecato due volte il contropiede buono mentre il Matador ha chiamato Brkic a una prodezza. Alla mezz’ora è stato l’irresistibile bomber di Salto ad offrire un’azione da manuale del calcio al popolo del San Paolo per mettere a segno e festeggiare così la rete numero 60 in maglia azzurra. Dopo una punizione sprecata dal Siena ha fatto scattare il contropiede dal limite della propria area e a capo della combinazione Lavezzi-Hamsik vi è stato il cross,deviato di testa da Cavani in porta. Il Napoli avrebbe potuto regalarsi la terza rete, però la bordata da fuori di Inler al 33′ è stata respinta da Brkic. Mazzarri,com’era accaduto sul campo del Chelsea, ha dovuto cambiare gli uomini di fascia per l’infortunio di Maggio. Nella ripresa la squadra non è stata brillante, si è coperta per difendere il vantaggio ed evitare che una rete del Siena potesse farla scivolare ai tempi supplementari. È stato un secondo atto di sofferenza, anche perché la preoccupazione del risultato ha spinto alcuni azzurri a commettere rischiosi errori. Mazzarri ha sollecitato maggiori aggressività ed attenzione per centrare l’obiettivo della finale,sostenuto dall’instancabile pubblico azzurro che ha badato al sodo e ha fischiato il Siena al minimo accenno di un’azione: c’era un sogno da difendere. La difesa ha retto, un muro davanti a De Sanctis,che ha corso un solo pericolo nel finale quando il tiro sbilenco dell’ischitano Brienza è andato al di sopra della traversa. Contava l’obiettivo,che potrebbe assicurare già un posto in Europa.
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